Ha tanto amato il mondo da… 4ª Domenica di Quaresima (B)
L’Amore di Dio per noi è tanto grande da farsi dono e sacrificio: non c’è “libro” migliore del Crocifisso per poterlo comprendere.
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L’Amore di Dio per noi è tanto grande da farsi dono e sacrificio: non c’è “libro” migliore del Crocifisso per poterlo comprendere.
Quante volte, anche nella Scrittura, risuona il lugubre grido: «Uccidiamolo!». Ma Dio sa trarre il bene perfino da questa cattiveria e violenza.
Scegliere la vita passa necessariamente attraverso la Croce: l’accettare di lasciar morire in noi ciò che porta alla morte, a partire dal nostro “io”.
Siamo sempre alla ricerca dell’uomo forte, ma Dio ha scelto di venirci incontro nella debolezza, come un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia.
Amare gli uomini, in particolare i più piccoli e i poveri è il “chiodo fisso” di Dio. A questo “chiodo” siamo chiamati ad appendere la nostra vita cristiana.
Al centro della vita di san Francesco sta Gesù Crocifisso, al quale cercò di configurarsi sempre più, fino al punto da riceverne il segno mirabile nel suo corpo.
Due #hashtag, due dei miei motti preferiti e Parole compagne di viaggio: «il primo dei peccatori sono io» e «mi è stata usata misericordia». Ve li condivido.
C’è poco da esaltarsi, perché la Croce è divenuta gloriosa solamente per l’umiliazione di Dio nel Suo Figlio: questo è per noi motivo di intima confusione.
Come i primi cristiani dobbiamo liberarci dalla schiavitù delle “potenze” terrene e celesti e confidare nella signoria di Cristo che ci ha liberati per sempre.
Le chiavi del Regno dei Cieli sono la rinuncia a sé, l’accoglienza della Croce e la sequela di Cristo nel dono generoso della nostra vita agli altri.