Il chiodo fisso. 30ª Domenica del Tempo Ordinario (A)
Amare gli uomini, in particolare i più piccoli e i poveri è il “chiodo fisso” di Dio. A questo “chiodo” siamo chiamati ad appendere la nostra vita cristiana.
Contenuti che riguardano l’argomento “Croce”
Amare gli uomini, in particolare i più piccoli e i poveri è il “chiodo fisso” di Dio. A questo “chiodo” siamo chiamati ad appendere la nostra vita cristiana.
Al centro della vita di san Francesco sta Gesù Crocifisso, al quale cercò di configurarsi sempre più, fino al punto da riceverne il segno mirabile nel suo corpo.
Due #hashtag, due dei miei motti preferiti e Parole compagne di viaggio: «il primo dei peccatori sono io» e «mi è stata usata misericordia». Ve li condivido.
C’è poco da esaltarsi, perché la Croce è divenuta gloriosa solamente per l’umiliazione di Dio nel Suo Figlio: questo è per noi motivo di intima confusione.
Come i primi cristiani dobbiamo liberarci dalla schiavitù delle “potenze” terrene e celesti e confidare nella signoria di Cristo che ci ha liberati per sempre.
Le chiavi del Regno dei Cieli sono la rinuncia a sé, l’accoglienza della Croce e la sequela di Cristo nel dono generoso della nostra vita agli altri.
Il segno della presenza di Dio nel mondo è il male che si trasforma in bene: miracolo che solo Lui sa operare (segno evidente e luminoso è la Croce di Cristo).
Gesù non ha portato la croce sulla terra, ma è venuto a insegnarci il modo di portarla per trasformarla in strumento di Amore e risurrezione.
Alzare lo sguardo verso Gesù crocifisso è l’unica cura al nostro animo sempre pronto a mormorare e criticare. Davanti al Suo Amore infinito siamo tutti uguali.
Perfino le pagine più tragiche della nostra storia intrise di dolore innocente troveranno un lieto fine, perché ogni grido innocente è scritto nel cuore di Dio.