Non ci sia altro vanto che nella croce di Cristo
L’invito di questa festa non è altro che contemplare con gratitudine la Croce di Cristo, che ci ha ottenuto la salvezza e la vittoria.
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L’invito di questa festa non è altro che contemplare con gratitudine la Croce di Cristo, che ci ha ottenuto la salvezza e la vittoria.
Se si vuole essere discepoli del Cristo c’è solo una strada: rinnegare se stessi e accogliere la Croce ogni giorno: prendere o lasciare.
Gli apostoli e i missionari del Vangelo, oltre ad essere umili servitori perseguitati, devono essere padri amorevoli per ogni discepolo di Cristo.
Le debolezza di Paolo non si riferisce solo alla sua difficoltà di parlare, ma alla scelta di non annunciare nient’altro che Cristo crocifisso.
Dio chiama i semplici e gli ultimi. E se per caso avessimo di che vantarci impariamo a farlo nel Signore, prendendo la Sua Croce come unico vanto.
La sapienza della Croce illumina le tenebre del dolore dal di dentro: Dio non spiega la sofferenza, ma la prende su di Sé, e così la annienta.
Questa espressione paolina potente è il condensato della vita della Maddalena e di tanti altri Santi… è l’Amore del Cristo che possiede anche noi?
Il bastone e i sandali sono i simboli del del viandante, della Chiesa sinodale, che cerca di camminare assieme invece di rinchiudersi nelle sacrestie.
Il cristiano non è il “Fantozzi” di turno, “lieto” di subire ingiustamente oltraggi, ma cosciente della beatitudine di assomigliare al Maestro.
Dicendoci «Ecco il mio servo», Dio ci chiede di puntare lo sguardo e non distoglierlo un solo istante dal Suo Figlio, l’Amore Crocifisso.