«È tuo» – «No, è tuo!». 24ª Domenica del Tempo Ordinario (C)
Quante volte ci capita di allungare in avanti le braccia in segno di rifiuto e di dire «è un problema tuo»? Ma Dio vuole che sentiamo i fratelli come nostri.
Contenuti che riguardano l’argomento “Padre”
Quante volte ci capita di allungare in avanti le braccia in segno di rifiuto e di dire «è un problema tuo»? Ma Dio vuole che sentiamo i fratelli come nostri.
Se non credi che Dio sia tuo amico, beh… non iniziare nemmeno a pregare. Solo da un amico si va in piena notte sicuri di non disturbare e trovare accoglienza.
Dio non pretende il nostro pentimento: gli basta solo la nostra disponibilità a lasciarci amare. Se gli diremo di sì, per Lui sarà già motivo di far festa
Spesso anche noi, come Giacomo e Giovanni, non sappiamo cosa stiamo chiedendo a Dio: non ci rendiamo conto che Lui è un Padre, e sa già di cosa abbiamo bisogno
Dio non è il “Grande Fratello”, un “impiccione” che ci tiene d’occhio: è un Padre che vede tutto perché sta attento che i Suoi bambini si facciano male
Pregare sempre non significa stancare Dio a forza di parole, ma rimanere sempre in contatto con Lui
Bisogna diventare padri (o madri) per “entrare” nel cuore di Dio e capire cosa Lo spinge ad amarci così, senza misura
Può Dio sperare? Lui che conosce il futuro? Bisogna essere un genitore che ha perso un figlio per conoscere cosa si agita nel cuore di Dio