
Io vi farò riposare
Il riposo del discepolo non è un vuoto oziare, ma un pregustare la pace del cuore che scaturisce dal sentire che possiamo sempre riposare nel Signore.
Contenuti che riguardano l’argomento “umiltà”
Il riposo del discepolo non è un vuoto oziare, ma un pregustare la pace del cuore che scaturisce dal sentire che possiamo sempre riposare nel Signore.
Dio rifugge la malizia dei superbi e si compiace di rivelarsi ai piccoli e agli “stupidi”; perciò, restiamo innocenti e umili.
Le nostre debolezze, se accolte con umiltà, possono diventare il “luogo” dove – con più chiarezza – si rivela la potenza di Dio.
Per essere beati, felici di quella gioia che solo Dio può donare, non basta capire le cose a livello intellettuale, ma occorre tradurre la teoria in pratica.
Come Pietro, il caparbio pescatore galileo, tutta la Chiesa, soprattutto il futuro Papa, deve passare per il dolore della “terza volta”, fidandosi solo di Gesù.
Dio ha infinita pazienza verso di noi e non spegne la nostra speranza. Perciò non facciamolo noi! Lasciamoci incoraggiare dalla Sua Parola.
Il profeta Geremia, ferito e disperato si lamenta: agnello mansueto condotto al macello diventa il ritratto del Cristo, il Servo sofferente e obbediente.
La presunzione è un’alta ed esagerata opinione di sé, e l’unico modo per guarirne è sottometterci umilmente allo sguardo amorevole di Dio.
Come a Giuseppe, anche a noi Dio chiede non di lasciar fare a Lui, ma di prendere in mano la nostra vita e aiutarlo a realizzare i Suoi disegni d’Amore.
Non dobbiamo fare l’errore di pensare che Gesù voglia accusare di ipocrisia solo i farisei del Suo tempo: siamo tutti destinatari di queste parole.