
Un angelo di nome…
Anche noi come Manòach dobbiamo pregare così: «Signore, l’angelo mandato da Te venga di nuovo da noi e c’insegni quello che dobbiamo fare».
Contenuti che riguardano l’argomento “angeli”
Anche noi come Manòach dobbiamo pregare così: «Signore, l’angelo mandato da Te venga di nuovo da noi e c’insegni quello che dobbiamo fare».
Gli angeli custodi che festeggiamo nella Liturgia di oggi ci insegnano l’arte del custodire, segno evidente dell’Amore e della cura di Dio per tutti noi.
Se smettiamo di essere bambini nel nostro rapporto con Dio, rischiamo fortemente di smettere pure di sentirci Suoi figli e di avere fiducia in Lui.
Dobbiamo avere riverenza per la presenza dei nostri angeli, devozione per la loro benevolenza e fiducia nella loro custodia (dai Discorsi di S. Bernardo abate).
Noi cristiani dovremmo essere “angeli di pace”, evangelizzatori, ma spesso siamo “diavoli”, megafoni e moltiplicatori di ogni divisione, cattiveria e malvagità.
Tutti dobbiamo diventare angeli custodi dei nostri fratelli, facendo abitare in noi il Nome di Dio e riflettendo la luce del Suo Volto
Il termine “angelo” denota l’ufficio, non la natura. Quei santi spiriti della patria celeste sono sempre spiriti, ma non si possono chiamare sempre angeli (dalle Omelie sui vangeli di san Gregorio Magno)