Angeli o diavoli? Festa dei santi Arcangeli

Angeli o diavoli?

Noi cristiani dovremmo essere “angeli di pace”, evangelizzatori, ma spesso siamo “diavoli”, megafoni e moltiplicatori di ogni divisione, cattiveria e malvagità.

Omelia per venerdì 29 settembre 2023

Letture: Dn 7,9-10.13-14 (oppure: Ap 12,7-12); Sal 137 (138); Gv 1,47-51

Per quanto riguarda il senso di questa festa e la presentazione dei tre Arcangeli in questione, penso non ci sia pagina più bella dell’omelia di san Gregorio Magno che si legge nell’Ufficio di Letture del Breviario in questo giorno:

…quei santi spiriti della patria celeste sono sempre spiriti, ma non si possono chiamare sempre angeli, poiché solo allora sono angeli, quando per mezzo loro viene dato un annunzio.

Quelli che recano annunzi ordinari sono detti angeli, quelli invece che annunziano i più grandi eventi son chiamati arcangeli.

(potete recuperare il testo completo cliccando su questo link)

Guerra senza quartiere

Oggi vorrei soffermarmi brevemente sul testo dell’Apocalisse che è proposto come prima lettura alternativa.

Il brano è la continuazione di quello che ascoltiamo ogni anno nella Festa dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, che mette di fronte la «donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una corona di dodici stelle» e l’«enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi».

La donna rappresenta Maria Santissima, ma anche l’umanità e la Chiesa, in attesa di partorire il Figlio dell’Uomo sulla terra. Il drago, invece, come specificato dal testo che leggiamo oggi, è «il serpente antico, colui che è chiamato diavolo e il Satana».

Il diavolo è vinto…

Il brano che meditiamo oggi è l’immagine grandiosa e tremenda e dell’eterna lotta tra il bene e il male, che ha esito positivo per quanto riguarda il cielo, perché il drago «fu precipitato sulla terra e con lui anche i suoi angeli».

La sconfitta del male è testimoniata e “sigillata” dallo stupendo cantico che si prega ogni giovedì sera nei Vespri:

«Ora si è compiuta
la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio
e la potenza del suo Cristo,
perché è stato precipitato
l’accusatore dei nostri fratelli,
colui che li accusava davanti al nostro Dio
giorno e notte…»

Ma non è finita

Andando avanti a leggere il resto del capitolo 12 dell’Apocalisse, però, ci rendiamo conto – nostro malgrado – che la guerra non è finita, perché il diavolo non si dà per vinto:

Quando il drago si vide precipitato sulla terra, si mise a perseguitare la donna che aveva partorito il figlio maschio (Ap 12,13).

Persa anche la guerra contro la donna (cfr Ap 12,14-16),

il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a fare guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che custodiscono i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù (Ap 12,17).

La rappresentazione colorita e da brividi, dipinge quello che viviamo ogni giorno nella nostra vita: dentro e fuori di noi si svolge una guerra senza quartiere tra il bene e il male.

Angeli e diavoli

Tornando al brano odierno, vorrei porre l’attenzione su un particolare non di poco conto: come diceva san Gregorio Magno nell’omelia citata all’inizio, gli Arcangeli sono puri spiriti e prendono il nome di “angeli” solo «quando per mezzo loro viene dato un annunzio» (infatti, in greco, “angelo” significa “messaggero”).

Il problema è che nella battaglia tra san Michele e il drago non compaiono solo gli angeli del cielo, ma anche quelli di Satana, quelli che noi chiamiamo solitamente “diavoli”.

Questo ci ricorda che sulla terra ci sono messaggeri di Dio (i nostri angeli custodi), ma anche messaggeri di Satana, e sta a noi scegliere chi ascoltare, di chi accogliere l’annuncio.

Evangelizzatori o guerrafondai?

La seconda riflessione, quella a cui tengo di più, parte dal fatto che tutti noi abbiamo ricevuto l’incarico di portare un messaggio, e non uno qualsiasi: siamo inviati da Cristo a portare il lieto messaggio del Regno, il Vangelo (cfr Mc 16,15); in greco eu-àngelos (da cui viene il termine “vangelo”) significa – appunto – «lieto annunzio», «buona notizia».

Ma chiediamoci sinceramente:

  • dalla nostra bocca quali annunci escono?
  • Siamo messaggeri di Dio o di Satana?
  • Quali notizie diffondiamo più spesso? Quelle buone o le cattiverie, i pettegolezzi, le malignità?
  • Sostanzialmente: siamo angeli o diavoli, evangelizzatori o guerrafondai?

Non sono domande di poco conto, perché, purtroppo, anche noi cristiani (che dovremmo essere gli araldi di pace del Vangelo), siamo spesso megafoni e moltiplicatori di ogni divisione e malvagità.