Trent’anni di silenzio. Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (A)

Trent'anni di silenzio

Letture: Sir 3, 3-7.14-17; Sal 127 (128); Col 3,12-21; Mt 2,13-15.19-23

Che bello vedere che Dio ha scelto di venire al mondo in una famiglia, proprio come è avvenuto per ciascuno di noi!

Viene subito da pensare però, che avrebbe potuto sceglierne una meno anomala e complicata, almeno Lui che è il Figlio di Dio…

Una famiglia vera e concreta

La Liturgia non ci presenta una “famiglia impossibile”, ma ci fa contemplare la concretezza di una coppia che – come tante anche ai nostri giorni – vede la propria vita sballottata qua e là per “dribblare” gli imprevisti, ma soprattutto la cattiveria degli uomini.

Matteo ci racconta i primi anni di vita di Gesù, costretto a scappare in Egitto (territorio nemico per eccellenza per gli Ebrei). Possiamo solo immaginare la durezza di una vita da clandestini in un paese straniero, la fatica di trovare un lavoro… (sono scene e situazioni che vediamo ogni giorno nel nostro paese, da Lampedusa in su…).

Una famiglia comune ma “speciale”

Molte famiglie oggi vivono difficoltà, sono in crisi. La prima crisi, però, non è quella economica, ma quella della speranza.

La Santa Famiglia era alle prese con le nostre stesse dinamiche di oggi, con le stesse difficoltà, ma con una grande particolarità: era consapevole che Dio era in mezzo a loro. Per questo aveva la capacità di affidarsi davvero, sentendosi parte di un progetto più grande, quello di Dio sul mondo.

Come imitare la Santa Famiglia?

Guardare alla famiglia di Nazareth e imitarla significa provare a scrivere le pagine di Vangelo che mancano.

I vangeli dell’infanzia (a parte Luca, che ci riporta l’episodio del pellegrinaggio a Gerusalemme con Gesù dodicenne) tacciono il lungo periodo di vita quotidiana fino all’inizio del ministero pubblico.

Sono trent’anni di quotidianità e silenzio, dove Dio ha scelto di abitare nelle cose più semplici e ordinarie di una famiglia. Scende una parentesi di silenzio che tocca a noi “riempire”.

La spiritualità del quotidiano

Potremmo elaborare anche noi una spiritualità del lavoro (professionale o domestico), del seguire i figli nei compiti, del tenere d’occhio le rate del mutuo…

Dio ha deciso di abitare la “banalità”, lo scorrere “noioso” dei giorni per riempirli con la Sua presenza. Ecco la straordinarietà del messaggio cristiano: Dio abita nel tuo quotidiano.

Scovare il mistero di Dio nascosto nelle nostre famiglie

Quanta fede hanno dovuto avere Maria e Giuseppe per ripetersi che quel bambino (identico a tutti gli altri) era davvero il Figlio di Dio?! Che nelle pieghe della loro vita così ordinaria era nascosto e cresceva il seme del Regno?

Allo stesso modo, anche noi dobbiamo guardare i membri della nostra famiglia con fede, scovando il Mistero di Dio nascosto nelle persone che Lui ci ha messo accanto e che spesso diamo per scontate e sempre uguali.

Affidiamo a Dio le nostre famiglie, con tutte le fatiche e le gioie, le contraddizioni e le povertà, le emozioni e il bene che ci sappiamo dare.