Una visita tanto attesa

Una visita tanto attesa

Una visita è attesa quando si aspetta qualcuno di amato, di desiderato… E noi, giunti ormai alla fine di questo Avvento, stiamo attendendo qualcuno o no?

Omelia per giovedì 21 dicembre 2023

Letture: Ct 2,8-14 (oppure Sof 3,14-17); Sal 32 (33); Lc 1,39-45

I testi della Liturgia della Parola oggi sono tutti un tripudio di gioia, per l’attesa agognata di una visita che finalmente si concretizza.

L’attesa e la gioia

Nella prima lettura sono i due protagonisti del Cantico dei Cantici ad attendersi e gioire immensamente nel vedere arrivare l’amato o l’amata.

Le parole di apertura (riferite all’amato che viene saltando per i monti e balzando per le colline) prefigurano e richiamano l’arrivo di Maria che giunge ad Ain Karem, da Elisabetta, attraverso la regione montuosa.

La fine della tristezza

Il brano alternativo, tratto dal profeta Sofonia, è un incitamento all’esultanza rivolto al «piccolo resto» dei poveri di Gerusalemme per incoraggiarli ad abbandonare il timore e lo scoraggiamento e aprirsi alla gioia perché il Signore ha revocato la condanna.

Potremmo affiancarlo alla “liberazione” avvenuta nella vita di Elisabetta, finalmente liberata dalla sua personale “condanna” alla sterilità (cfr Lc 1,24-25).

Una visita tanto attesa

Quando si attende a lungo una persona, un avvenimento, e lo si vede finalmente coi propri occhi, non si può che prorompere in espressioni di gioia.

È la reazione di Elisabetta che, prima, ha visto realizzato il suo sogno di maternità, e ora vede venirle incontro Maria che porta in grembo il Salvatore del mondo:

«A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?»

Dipende da chi attendiamo

Una visita è attesa quando si aspetta qualcuno di amato, di desiderato…

E noi, giunti ormai alla fine di questo Avvento, che sentimenti coviamo nel cuore? Quelli di Elisabetta o quelli di gente che non si aspetta più nulla?

Se, malauguratamente, non stessimo attendendo più nulla e nessuno, facciamo nostre le parole del Salmo Responsoriale e preghiamo, fino a cambiare nel profondo il nostro cuore:

L’anima nostra attende il Signore:
egli è nostro aiuto e nostro scudo.
È in lui che gioisce il nostro cuore,
nel suo santo nome noi confidiamo.