Chi dice… deve comportarsi come Lui!

Chi dice... deve

Chi dice di essere cristiano ma fa tutto il contrario di quel che Cristo ha fatto e insegnato dovrebbe chiedersi se non è il caso di cambiare nome, e religione.

Omelia per venerdì 29 dicembre 2023

Letture: 1Gv 2,3-11; Sal 95 (96); Lc 2,22-35

Non commento il brano di vangelo perché lo ascolteremo domenica nella Festa della Santa Famiglia e l’ho già ampiamente commentato tre anni fa.

Tra il dire e il fare…

Il brano della prima lettura, tratto dalla Prima Lettera di san Giovanni apostolo, è il seguito di quello ascoltato ieri e continua sullo stesso tono, rimarcando la necessaria coerenza del cristiano tra il dire e il fare.

Ancora una volta, l’apostolo non usa mezzi termini, e ci va giù pesante:

Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità.

La Verità è Cristo

Il tema della verità è assolutamente centrale negli scritti giovannei.

Non si tratta semplicemente di dire il vero, ma di scegliere da che parte stare, perché la Verità è Gesù stesso (cfr Gv 14,6), quindi chi è nella verità sta con Gesù.

Il bugiardo, invece, sta col diavolo, che «è menzognero e padre della menzogna» (cfr Gv 8,44).

La Luce è Cristo

Allo stesso modo è centrale il tema della luce:

Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. Chi ama suo fratello, rimane nella luce e non vi è in lui occasione di inciampo.

Ancora una volta, il motivo è che la luce del mondo è Cristo stesso (cfr Gv 8,12), e chi sta nella luce decide di stare con Lui, diversamente da chi opera nelle tenebre:

«Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate» (cfr Gv 3,19-21).

Osservare i comandamenti

Le prime affermazione del brano richiamano l’osservanza dei comandamenti e della Parola di Cristo, intesi non tanto come l’obbedienza a delle norme sterili, quanto l’imitazione di Cristo stesso:

Chi dice di rimanere in lui, deve anch’egli comportarsi come lui si è comportato.

Questo perché Gesù non è venuto semplicemente a dare delle disposizioni comportamentali, ma a dare l’esempio di un amore infinito che dona la vita (cfr Gv 13,12-15). Per questo viene richiamato il comandamento antico e sempre nuovo:

«Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13,34).

Chi dice una cosa ma fa il contrario

A fronte di tutto ciò, sono abbastanza desolato nel continuare a sentire sedicenti cristiani che si pavoneggiano dicendo

«Io credo ma non frequento… sono credente ma non praticante… sono cristiano ma non vado in chiesa…»

Ma soprattutto mi fanno cadere le braccia i tanti “cristiani” che, quando vengono a confessarsi, ammettono candidamente di non voler perdonare a chi non lo merita, di odiare gli extracomunitari, di non praticare alcuna elemosina, di passare ore ed ore a criticare e spettegolare su chiunque, di frodare il fisco, di rubacchiare qua e là ogni tanto, di sentirsi in diritto di farla pagare a chi gli ha fatto un torto…

E alla fine concludono con un sorrisetto, dicendo

«però sono un buon cristiano, perché sono molto devoto a Papa Giovanni, a Padre Pio…»

Non è il caso di cambiare rotta?

Insomma: a quanto pare, nel nostro mondo, la coerenza vale solo nel promettere di fare il male e tenervi fede.

Sarò intransigente, ma -secondo me – chi dice di essere cristiano e poi fa tutto il contrario di quel che Cristo ha fatto e insegnato dovrebbe chiedersi se non è il caso di cambiare nome, e religione!

Nessuno ci obbliga ad essere cristiani: è una scelta libera, ma chi lo sceglie deve rendere veramente onore al nome di Cristo!

Un grande Padre della Chiesa diceva:

«È meglio essere cristiano senza dirlo, che proclamarlo senza esserlo».1

  1. Ignazio di Antiochia, Lettera agli Efesini. ↩︎