Lasciar fare a Dio. Battesimo del Signore (A)

Lasciar fare a Dio

Davanti ai nostri «non è giusto», Gesù invita tutti a lasciar fare a Dio, a fidarsi di Lui, perché solo Lui sa come portare a compimento la Giustizia.

Omelia per domenica 8 gennaio 2023

Letture: Is 42,1-4.6-7; Sal 28 (29); At 10,34-38; Mt 3,13-17

L’evangelista Matteo – il nostro “catechista” e compagno di viaggio di questo nuovo Anno Liturgico – è l’unico a riportare un breve scambio di battute tra il Battista e Gesù in occasione del battesimo del Signore:

«Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?»

L’obiezione di Giovanni potrebbe essere riscritta così: «Non è giusto! Non è così che deve andare!»

Un Dio inaspettato

Pur essendo definito da Gesù stesso «il più grande tra i nati da donna» e «più che un profeta» (cfr Mt 11,7-11), anche il Precursore ha dovuto fare spesso i conti con un Dio che si aspettava piuttosto diverso.

Aveva in mente un Dio che avrebbe manifestato in modo imminente la Sua ira, che avrebbe posto la scure alla radice degli alberi e agitato la pala per disperdere la paglia e bruciarla nel fuoco (cfr il brano ascoltato nella 2ª domenica di Avvento), e invece…

Per questo – davanti al Figlio di Dio che veniva a farsi battezzare da lui – non gli tornavano i conti: che Dio è uno che si mette in fila coi peccatori?

Noi che la sappiamo più lunga di Dio

Quante volte anche noi diciamo «non è giusto»?

È una frase che ci è rimasta da quando eravamo bambini e protestavamo di fronte alle decisioni dei nostri genitori che non riuscivamo a capire e ad accettare.

Ora che siamo grandi (e pensiamo di poterci autoregolare) la diciamo a Dio in quelle occasioni in cui non accettiamo che le cose vadano diversamente da come vorremmo noi:

Perché Dio permette questo? Se Dio è buono perché…? Ma Dio dov’è in tutto questo?

Pensiamo sempre di saperla più lunga noi, perfino di Dio!

Se potessimo metterci al Suo posto una volta ogni tanto, allora sì che sistemeremmo le cose come si deve! Metteremmo tutti cattivi “in fila” e giù bacchettate sulle mani! E via dicendo.

Invece Dio fa sempre il contrario di quello che vorremmo noi: lascia che i poveretti paghino la cattiveria dei ricchi e prepotenti!

La giustizia di Dio

Alla protesta del Battista, Gesù risponde in modo strano:

«Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia».

Giustizia? Ma cosa c’è di giusto nel fatto che Dio si metta in fila coi peccatori? Che idea ha Dio di “giustizia”?

È giusto che Dio faccia da “capro espiatorio” di tutti i mali del mondo?

La risposta razionale sarebbe un deciso “no”, eppure – nella realtà, nella vita di tutti i giorni – chi tiriamo sempre “in mezzo”, noi per primi? A chi diamo tutte le colpe quando le cose non funzionano?

A Dio: sempre e solo a Lui, come dicevo poco sopra.

Il concetto di “giustizia” è molto caro al nostro Matteo, e potremmo parafrasarlo con «ciò che piace a Dio, quello che è il Suo disegno».

Anche Dio dice «non è giusto», ma non alle stesse cose per le quali lo diciamo noi…

Per Dio non è giusto che il peccatore venga semplicemente punito (o addirittura eliminato), ma che possa – invece – conoscere il Suo Amore, convertirsi e vivere da persona nuova (cfr Ez 33,11).

E sa che l’unico modo per attuare questa giustizia è abbassarsi Lui fino al nostro livello, anzi: sprofondare fin sotto il livello dell’umanità, immergendosi nella “melma” dei nostri peccati (cfr Fil 2,5-11).

I criteri di Dio

Il Signore ci rammenta che abbiamo modi diametralmente opposti di considerare le cose:

«i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie»
(Is 55,8).

Le mostre misure, i nostri criteri non funzionano nelle cose di Dio, e i Suoi “criteri” di giudizio non li possiamo capire.

Però non ce lo dice con arroganza, ma invitandoci ad avere pazienza.

Per ora…

Dio sa bene che facciamo fatica a capirlo, e perciò ci risponde come Gesù rispose al Battista: «lasciate fare a me, per ora».

Quel «per ora» è un invito a pazientare, proprio come quando Gesù disse ai Suoi discepoli:

«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso» (Gv 16,12).

In greco, «per il momento» è ἄρτι (àrti): lo stesso identico termine che troviamo nel brano odierno di Matteo, tradotto con «per ora».

Solo Dio lo sa

Quante volte, anche nel nostro modo di parlare “laico”, davanti a qualcosa di cui non sappiamo che spiegazione dare, diciamo «lo sa solo Dio»?

Ecco… in questo caso non è solo un modo di dire, ma vale per davvero: solo Dio sa cosa sia la giustizia, perché il nostro modo di “fare giustizia” è spesso connotato dalla violenza, anche quando segue percorsi “democratici” e ordinati dalla legge.

Dobbiamo fidarci di Lui, perché Dio sa quel che sta facendo, e solo Lui sa qual è il nostro bene.

Solo Lui sa veramente cosa «è giusto». Per questo dobbiamo disporci – come Gesù invitò il Battista – a credere che «così adempiamo ogni giustizia».

Sì: proprio ciò che a noi sembra non sia giusto, è ciò che porta a compiere la vera giustizia secondo Dio.

Vivere da battezzati

Proprio perché Gesù si immerge totalmente nella storia degli uomini e si mette a disposizione del Suo disegno di giustizia, Dio lo riconosce e lo investe come Messia:

«Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

Per Gesù il battesimo non è di penitenza (perché non aveva peccati di cui chiedere perdono e da scontare), ma un mettersi totalmente sotto la volontà del Padre.

Questo è anche il senso del nostro Battesimo, del nostro essere figli di Dio: accettare, accogliere e fare la volontà del Padre, lasciar fare a Lui, sapendo che questo è l’unico modo di «adempiere ogni giustizia», di realizzare il Suo disegno di salvezza per tutto il mondo.