Perché tutto questo buio? Martedì Santo

Perché tutto questo buio?
Omelia per martedì 4 aprile 2023

Letture: Is 49,1-6; Sal 70 (71); Gv 13,21-33.36-38

Dopo il Lunedì Santo, caratterizzato dalla Liturgia come il giorno dell’amicizia (in cui Gesù va a cercare riparo e comprensione nell’intimità della casa di Betania), il Martedì Santo è il giorno della tristezza e del turbamento.

Gesù sente nel cuore l’amarezza per l’abbandono dei Suoi discepoli: da Giuda che sta per tradirlo a Pietro che lo rinnegherà, agli altri che lo lasceranno solo.

La notte dell’anima

Al centro del vangelo di oggi c’è un’annotazione pesante come un macigno:

Ed era notte.

La notte, le tenebre e il buio in san Giovanni hanno una forte caratterizzazione negativa, perché si contrappongono alla luce che è Cristo, fin dall’inizio del suo vangelo (cfr Gv 1,4-5).

È chiaro che la notte non è un’indicazione temporale riferita al momento in cui la terra volge le spalle al sole, ma una connotazione particolare dell’interiorità dell’animo.

Non c’è più giorno e notte

Noi viviamo da tempo in un mondo in cui ormai non c’è più né giorno né notte: l’energia elettrica ha reso possibile vivere, lavorare, viaggiare anche in piena notte.

Molta gente, magari a causa della necessità di trovare lavoro, è costretta a invertire il proprio fuso orario, e vivere quando gli altri dormono…

Qualcun altro, invece, (soprattutto i giovani) sembra felice di poter invertire le cose, e cerca di rendere più intrigante la vita vivendo la notte come momento di svago, di eccessi e sregolatezza.

Perché si cerca il buio?

Il buio non fa più paura, anzi: spesso lo si cerca volontariamente, come rifugio, come riparo, come consolazione…

Per fare ciò che si vuole

I giovani – dicevo – cercano il buio come momento e condizione favorevole per essere se stessi, senza regole e condizionamenti; l’unica luce è quella artificiale, colorata o lampeggiante come i flash stroboscopici dei night club.

Per delinquere

Da che mondo è mondo – poi – la notte è il momento scelto dai ladri e dai delinquenti per “farla franca” e compiere indisturbati le loro malefatte col favore delle tenebre:

«…gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie» (cfr Gv 3,19).

Per paura di esporsi

Spesso l’imbrunire e la penombra è il momento prediletto degli insicuri e dei pusillanimi.

È notte, infatti, quando Nicodemo va da Gesù (cfr Gv 3,1-2): sceglie quel momento per paura, per non esporsi… vorrebbe conoscere meglio Gesù, ma anche non “compromettersi” troppo.

Siamo così anche noi, quando vorremmo fare un passo in più, ma abbiamo paura di rimanere “fregati”, perché già altre volte siamo “rimasti scottati”… e allora rimaniamo in penombra, in disparte.

Il buio fa male

Per qualsiasi motivo lo si cerchi, il buio fa male, perché dopo averlo “frequentato” ci rimane dentro, e si sperimenta un vuoto esistenziale devastante.

Succede ai giovani che si sono lasciati ammaliare e “drogare” dalla ricerca dello sballo quando termina l’effetto degli stupefacenti, dell’alcol, dello stordimento musicale…

Succede a tutti quelli che nel buio hanno svenduto la loro vita in cerca di facili appagamenti, come il sesso sregolato.

Succede anche a chi il buio non l’ha cercato, ma gli è piombato addosso, a causa di una disgrazia, di un dolore improvviso che ha fatto visita alla sua vita.

Il buio del cuore

Quante persone col buio nel cuore sto incontrando in questi giorni durante le sante Confessioni!

Quanta sofferenza, quanto dolore! Quante persone che – a causa del male che hanno sperimentato – vedono tutto nero e non riescono a risollevarsi…

Altre che nel buio ci si sono infilate per imprudenza, perché ammaliate da sogni e desideri sbagliati, o di proposito, per rabbia e reazione di fronte alle proprie frustrazioni…

La fatica di tornare alla luce

Oltre al sentire in me tutta la sofferenza di queste anime, provo un grande dolore quando non riesco a far entrare in loro nemmeno uno spiraglio di luce.

Sì… posso dire che c’è qualcosa di peggio del buio del dolore: la convinzione di non poterne mai più uscire e la resistenza ad ogni tentativo di aiuto, il rifiuto di ogni mano tesa.

È la stessa tragedia capitata al nostro fratello Giuda.

Perché chiudiamo gli occhi al Bene

Era notte nel cuore di Giuda non perché era ladro (cfr Gv 12,6), e nemmeno perché aveva pensato e deciso di trarre profitto consegnando il suo Maestro (cfr Mt 26,14-15)…

Era notte perché non aveva capito e accolto il gesto dolcissimo di Gesù quando gli aveva dato il boccone riservato all’ospite di riguardo (vi rimando alla riflessione di tre anni fa).

C’era tenebra e buio dentro di lui perché aveva chiuso gli occhi su tutto il bene che Gesù gli aveva voluto e gli dimostrava soprattutto in quel momento, e gli avrebbe ribadito nel Getsemani chiamandolo “Amico” (cfr Mt 26,50).

Chiudendosi alla luce di Gesù, Giuda non vedeva altra via d’uscita che il gesto disperato di farla finita (cfr Mt 27,3-5).

Allo stesso modo scende il buio anche nel nostro cuore quando fissiamo lo sguardo solo sulle cose negative e dolorose che capitano nella nostra vita, dimenticando e cancellando con un colpo di spugna le tante cose belle che pur ci sono…

Quanta fatica sto facendo in questi giorni – in confessionale – a far scoprire a molti penitenti il tanto bene che c’è nella loro vita, perché si aprano alla gioia e alla speranza!

Aprirsi alla luce

Tutti facciamo esperienza del buio, ma non dobbiamo lasciarci schiacciare dalle tenebre. Dobbiamo prendere esempio da Gesù, che “frequentava” la notte per entrare in intimità col Padre:

egli se ne andò sul monte a pregare e passò tutta la notte pregando Dio (Lc 6,12).

Questa intimità ci può aiutare a vedere non solo i nostri errori, ma anche e soprattutto la misericordia di Dio.

La notte di Giuda diventa sempre più oscura perché cede alla disperazione; quella di Pietro, invece, rimane aperta alla luce, perché non riconosce solamente il proprio fallimento, ma attende fiducioso il perdono del suo Maestro.

Il nostro cuore rimane buio e tenebroso se vogliamo restare soli con noi stessi, con le nostre convinzioni e delusioni… diventa luminoso se, invece, cerchiamo la compagnia di Gesù:

«Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita» (Gv 8,12).

Cerchiamo la luce dell’Amore e della misericordia di Dio in questi giorni; lasciamoci raggiungere dal Suo calore!

Allora la nostra veglia sarà fruttuosa, e il nostro buio si illuminerà nella Notte Santa di Pasqua, quando – per tre volte – risuonerà in mezzo alle tenebre la gioiosa e gloriosa acclamazione: «Cristo, Luce del mondo!»