Lieti di subire?

Lieti di subire?

Il cristiano non è il “Fantozzi” di turno, “lieto” di subire ingiustamente oltraggi, ma cosciente della beatitudine di assomigliare al Maestro.

Omelia per venerdì 12 aprile 2024

Letture: At 5,34-42; Sal 26 (27); Gv 6,1-15

Non mi fermo sul vangelo della moltiplicazione dei pani perché avremo modo di commentarlo quest’estate (nell’anno “B” la meditazione su Gesù pane di vita del capitolo 6° di Giovanni occupa ben quattro domeniche).

Non mi fermo nemmeno sul discorso di Gamaliele, che sarebbe molto interessante per chiederci, anche oggi, quali cose della Chiesa e del mondo vengono da Dio o sono solo di origine umana

Lieti di subire?!

Faccio solo un piccolo pensiero a partire dalla conclusione:

richiamati gli apostoli, li fecero flagellare e ordinarono loro di non parlare nel nome di Gesù. Quindi li rimisero in libertà. Essi allora se ne andarono via dal sinedrio, lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù.

Non so a voi, ma a me quel «lieti… di subire oltraggi» fa arricciare il naso.

Forse il cristiano è un masochista, uno a cui piace soffrire, gratuitamente e ingiustamente?

È uno che va a cercarsi le croci? È un Fantozzi che, oltre a subire, dice «come è umano lei»?

No: lieti di essere giudicati degni

Attenti bene, che Luca non scrive «se ne andarono lieti di aver subito oltraggi», ma «lieti di essere stati giudicati degni di subire oltraggi per il nome di Gesù».

Quella patita dagli apostoli è una sofferenza che ha una causa ben precisa, enunciata nel brano ascoltato ieri:

«Non vi avevamo espressamente proibito di insegnare in questo nome? Ed ecco, avete riempito Gerusalemme del vostro insegnamento e volete far ricadere su di noi il sangue di quest’uomo».

Gli apostoli sono perseguitati per aver predicato il Vangelo, anzi: per aver riempito Gerusalemme del Vangelo di Gesù, del Suo nome!

Perciò risuona nel loro cuore l’ultima delle beatitudini:

Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi (cfr Mt 5,11-12).

È questa promessa di Gesù che li fa felici, non il dover subire oltraggi, persecuzioni, menzogne.

Felici di assomigliare al Maestro

È l’assomigliare a Gesù e l’essere riconosciuti portatori del Suo nome e del Suo Vangelo a farli felici!

Nella propria vicenda personale riconoscono l’avverarsi delle parole del Maestro:

«metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza» (cfr Lc 21,12-13).

e anche:

«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me… Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi… Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato» (cfr Gv 15,18-21).

Subire per testimoniare

Perciò, a tutti quei cristiani innamorati delle stigmate, che pensano che configurarsi a Cristo voglia dire cercare la sofferenza ad ogni costo, tanto per soffrire, ricordo che il Signore ci chiama ad essere testimoni gioiosi e convinti del Suo Vangelo e non dei “poveri cristi” che si piangono addosso perché le cose non vanno come avevano immaginato.

E se dovremo subire oltraggi a causa di questa nostra testimonianza gioiosa e impertinente, allora saremo lieti: non per la sofferenza inflittaci, bensì per il fatto che essa sarà la conferma della nostra totale fedeltà a Cristo.