Le parole e i gesti del Signore

Le parole e i gesti di Gesù

Noi non sappiamo fare miracoli, ma siamo chiamati a ripetere le parole e i gesti di Gesù, per risollevare i nostri fratelli prostrati nel dolore.

Omelia per sabato 20 aprile 2024

Letture: At 9,31-42; Sal 115 (116); Gv 6,60-69

Il capitolo 9 degli Atti ci informa che, scampato il pericolo di Saulo (passato da persecutore ad apostolo del Vangelo),

la Chiesa era in pace per tutta la Giudea, la Galilea e la Samarìa.

Da dove viene la pace

Questa pace momentanea non è solo assenza di persecuzione (come pure la pace che vogliamo noi non è semplice assenza di guerre), ma il frutto di un’intima comunione col Signore e coi fratelli.

Infatti, Luca sottolinea che la Chiesa

si consolidava e camminava nel timore del Signore e, con il conforto dello Spirito Santo.

Assieme agli altri tratti caratteristici della Comunità già presentati nei capitoli precedenti,1 sono fondamentali il timore del Signore (che caratterizza una vita sinceramente preoccupata di fare la volontà di Dio) e la consolazione dello Spirito, che designa la gioia semplice di coloro che sanno leggere nella storia i segni dei tempi.

Pietro in visita pastorale

In questo contesto, in cui le Comunità crescono di numero, Pietro svolge il servizio apostolico della visita pastorale, in vista dell’unità e della edificazione.

La sua presenza e il suo passaggio rendono presente il Signore stesso, e il racconto ce lo testimonia presentando due miracoli che ricalcano quelli compiuti da Gesù: la guarigione di un paralitico e la rianimazione di una donna.

Parole di vita eterna

Pietro è ormai perfettamente cosciente della verità delle parole che aveva pronunciato a nome di tutti nella sinagoga di Cafarnao in quel giorno drammatico in cui tanti discepoli si allontanarono da Gesù:

«Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio» (cfr Gv 6,52-55.59-60.66-69).

Ormai Pietro sa che solo le parole di Gesù possono salvare e – come aveva già fatto con lo storpio fuori dalla porta Bella del tempio – anche qui parla e agisce nel nome di Gesù.

Le parole e i gesti del Signore

Anzi, utilizza le stesse parole e gli stessi gesti di Gesù:

  • al paralitico Enèa dice «Gesù Cristo ti guarisce; àlzati e rifatti il letto», proprio come Gesù aveva detto «àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua» (cfr Lc 5,18-26);
  • a Gazzella, la discepola di Giaffa, dice «Tabità, àlzati!»; sembrano le stesse parole usate da Gesù per risuscitare la figlia di Giàiro: «Talità kum – che significa: – Fanciulla, io ti dico: àlzati!» (cfr Mc 5,21-24.35-43).

Alzare, risollevare, risuscitare

Tra le parole usate da Pietro prendendo “in prestito” quelle di Gesù, quella che torna in tutti e due i miracoli è «àlzati», che in greco è il verbo della risurrezione.

Noi non siamo capaci di compiere gesti miracolosi, né di guarigione, né tantomeno di risurrezione, ma possiamo dire con fede le parole di Gesù per risollevare dal loro dolore i fratelli che il Signore ci fa incontrare, e possiamo prenderli per mano con la Sua stessa tenerezza.2

Solo non dobbiamo indugiare o opporci alla Sua chiamata, come Pietro, che – di fronte all’invito pressante dei discepoli di Giaffa («Non indugiare, vieni da noi!») – subito «si alzò e andò con loro».

  1. Ovvero: l’ascolto della Parola, la preghiera, lo spezzare il pane, la carità e la comunione dei beni (cfr At 2,42-47 e At 4,32-35). ↩︎
  2. Cfr Mc 1,31; Mc 9,27; Lc 14,4. ↩︎