Torna al Signore

Torna al Signore

Conversione è ritornare sui propri passi, rientrare in sé per ritrovare la strada di casa, quella del Padre, che ci ama profondamente.

Omelia per venerdì 8 marzo 2024

Letture: Os 14,2-10; Sal 80 (81); Mc 12,28-34

Quaresima è tempo di conversione… ma cosa vuol dire convertirsi?

Pensiamo sempre alla conversione come una serie di “penitenze”, di “fioretti” per «fare i bravi», almeno per un po’.

Ritornare sui propri passi

Ma conversione è un’operazione più radicale: è fare “inversione a U”; è rendersi conto che si stava andando nella direzione sbagliata e tornare indietro.

Perciò mi piace l’invito del profeta Osea, perché usa proprio il verbo “tornare” per invitare il popolo alla conversione:

«Torna, Israele, al Signore, tuo Dio,
poiché hai inciampato nella tua iniquità.

Preparate le parole da dire
e tornate al Signore».

Un altro celebre convertito

Quest’ultimo versetto («preparate le parole da dire») mi fa venire un’altra celebre conversione: quella del figliol prodigo; anche lui, infatti, preparava il discorso di scuse:

«Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te…”» (cfr Lc 15,18-19).

Ma l’azione più importante è quella che lo porta a fare questo ragionamento:

Allora ritornò in sé… (cfr Lc 15,17)

Tornare in sé per ritrovare Dio

Convertirsi, prima ancora che tornare sui propri passi fisicamente, implica anzitutto un movimento interiore: ritornare dentro se stessi (dato che il peccato è l’atto eversivo di uscire da sé e da qualsiasi regola).

Per assurdo, il peccato, il nostro egoismo non ci allontana solo da Dio, ma anche da noi stessi!

Perciò la conversione è un tornare in noi stessi, un riavvicinarci alla parte più intima e genuina di noi stessi, per poter ritrovare la “strada di casa”:

«Ritorneranno a sedersi alla mia ombra».

Le condizioni favorevoli

Ecco qual è il senso degli atteggiamenti proposti per questo Tempo Forte: il silenzio, il digiuno, la penitenza, la preghiera, l’elemosina… non sono penitenze o sacrifici fini a se stessi, ma le condizioni favorevoli e necessarie per poter riuscire in questa faticosa opera di ritorno all’intimità con Dio, nel proprio cuore e nel rapporto coi fratelli.

La “strada obbligata”

È la “strada obbligata” per poter capire il senso profondo dei comandamenti ribaditi da Gesù allo scriba nel vangelo di oggi:

«Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza… Amerai il tuo prossimo come te stesso».

Infatti, a questo scriba che accetta e fa sua la risposta del Maestro, Gesù conferma di non essere lontano dalla casa del Padre:

«Non sei lontano dal regno di Dio».


E noi, a che punto siamo del cammino?