Abbattere mura per costruire ponti

Abbattere mura per costruire ponti

La città che ha in mente Dio è senza mura, perché tutte le nazioni e tutti i popoli sono chiamati a diventare Suo popolo. Abbattiamo le mura e innalziamo ponti!

Omelia per sabato 30 settembre 2023

Letture: Zc 2,5-9.14-15; Ger 31,10-13; Lc 9,43-45

La predicazione del profeta Zaccaria è contemporanea a quella di Aggeo (che abbiamo ascoltato giovedì) ed è centrata sulla restaurazione del tempio di Gerusalemme.

Il suo libro si apre con una serie di otto visioni, inframezzate da altre profezie.

Una città senza mura

Nella terza visione (quella proposta oggi dal Lezionario) un uomo va a prendere le misure di Gerusalemme, evidentemente in vista dei lavori di ricostruzione, ma un angelo lo ferma, avvertendolo che la città

«sarà priva di mura, per la moltitudine di uomini e di animali che dovrà accogliere».

Il piano di Dio

I progetti dell’uomo, per quanto possano essere grandiosi, sono sempre inferiori al piano di Dio: la nuova Gerusalemme avrà dimensioni tanto grandi che è inutile determinarne il perimetro.

Questa nuova città, infatti, non dovrà accogliere solo i rimpatriati dalla deportazione babilonese, ma «nazioni numerose», che «aderiranno al Signore e diverranno suo popolo».

Un solo popolo

Questo è il progetto di Dio: radunare tutte le genti della terra in un solo popolo.

Il ritorno dall’esilio, proprio com’era stato alla fine dell’esodo dopo la schiavitù in Egitto, è l’occasione per aprirsi a tutto il mondo, accogliendo in sé anche chi originariamente non faceva parte della propria cerchia:

«Se un forestiero soggiorna presso di te e vuol celebrare la Pasqua del Signore, sia circonciso… allora potrà accostarsi per celebrarla e sarà come un nativo della terra… Vi sarà una sola legge per il nativo e per il forestiero che soggiorna in mezzo a voi» (cfr Es 12,48-49).

Cosa vuol dire essere forestiero

Quanto è attuale questa pagina!

Ogni volta che ci si trova in difficoltà (sia come singoli che come comunità civile) si tende a rintanarsi nel proprio orticello, a preservare gelosamente ciò che si è riusciti a conservare…

Invece Dio ci invita, proprio in quel frangente, ad aprirci con generosità, e a diventare solidali con chi ha fatto la nostra stessa esperienza di privazione e sofferenza (e talvolta anche peggio):

«Non molesterai il forestiero né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri in terra d’Egitto» (Es 22,20).


«Non opprimerai il forestiero: anche voi conoscete la vita del forestiero, perché siete stati forestieri in terra d’Egitto» (Es 23,9).

O, forse, non sappiamo affatto cosa significhi essere stranieri, e non vogliamo saperlo, chiusi nella nostra indifferenza?

Non mura, ma ponti

È una pagina attuale soprattutto in questo periodo storico, dove è in un atto una sorta di “guerra tra poveri”, e si continua sempre e solo a parlare di «confini d’Europa da presidiare», di Patria e identità da difendere, di mura da costruire, steccati e fili spinati da innalzare…

Ma chi ascolta la voce del Signore sa che le mura sono da abbattere, e bisogna costruire ponti, come ci raccomanda continuamente Papa Francesco.