L’alleanza tra un bambino e l’Altissimo

L'alleanza tra un bambino e l'Altissimo

Il nostro rapporto con Dio e il nostro cammino di fede sono un rapporto di alleanza impari, tra un bambino (questo siamo e dobbiamo restare) e l’Altissimo.

Omelia per mercoledì 28 giugno 2023

Letture: Gen 15,1-12.17-18; Sal 104 (105); Mt 7,15-20

Come abbiamo ascoltato nei giorni scorsi, ad Abramo Dio aveva promesso già molte volte una discendenza numerosa:

«Farò di te una grande nazione» (Gen 12,2);


«Alla tua discendenza io darò questa terra» (Gen 12,7);


«Renderò la tua discendenza come la polvere della terra…» (cfr Gen 13,16).

La fede messa alla prova

Le promesse, però, tardano a realizzarsi, e la fede di Abramo è messa alla prova; per la prima volta vacilla ed esprime a Dio l’inquietudine che agita il suo cuore:

«Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli …a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà mio erede».

È consolante trovare anche nel nostro grande padre nella fede questo sentimento di scoraggiamento, di paura di finire nel nulla, che caratterizza ogni uomo…

Ma è bello, soprattutto, vedere come lo sconforto si trasforma subito in preghiera, in un lamento così famigliare e confidente da “costringere” Dio a scendere e prenderlo per mano per rassicurarlo:

Poi [il Signore] lo condusse fuori e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle»; e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza».

Un papà col suo bambino

Dio rinnova l'alleanza con Abramo

È un’immagine dolcissima, che mi ricorda sempre la canzone della preghiera del CRE 2009 Dimmi tu papà: racconta di un bambino che – meravigliato – guarda il cielo e chiede al suo papà di spiegargli il mistero delle stelle (qui si può leggere il testo e qui ascoltare la traccia musicale).

Ecco: così mi immagino sia andata quel giorno tra Abramo e il suo/nostro Papà celeste.

Abramo ritrova la fede tornando bambino… e così dobbiamo fare noi ogni volta che ci troviamo nello sconforto, lasciandoci prendere per mano da Dio che ci invita a contemplare il cielo e contare le stelle.

Bambini adulti

Poi, recuperata la fede autentica del bambino, Dio torna a parlare ad Abramo come adulto, e lo rassicura con parole e riti solenni:

«Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra»

«Io sono» è il “nome proprio” di Dio, che sarà rivelato molto più tardi a Mosè (cfr Es 3,14).

Dio rimane il “papà” di Abramo, ma gli ricorda che si è manifestato a lui con potenza, facendolo uscire dalla sua terra per condurlo alla Terra Promessa.

Dio è il Signore e della vita e della storia, e così vuole continuare a manifestarsi, senza mai perdere la famigliarità e tenerezza con i Suoi figlioletti.

Un’alleanza solenne

«…ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra»: la Terra è assieme l’oggetto e l’assicurazione della Promessa.

Il gesto misterioso che Dio chiede ad Abramo di preparare richiama un antico rito di alleanza (cfr Ger 34,18): i contraenti passavano tra le carni sanguinanti degli animali sacrificati e divisi a metà e invocavano su di sé la stessa sorte delle vittime nel caso avessero trasgredito il patto e l’impegno assunto.

Qui è Dio stesso – e Lui solo – a passare tra gli animali sotto il simbolo del fuoco (cfr Es 3,2; Es 13,21; Es 19,18), perché la Sua alleanza è un patto unilaterale.

Timore e tremore

La grandezza di Dio è qualcosa di così incomprensibile per l’uomo che il suo cuore trema e vacilla, stavolta non per la delusione e lo sconforto, ma per il mistero della fedeltà inesauribile del Signore:

Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco terrore e grande oscurità lo assalirono.

Ogni volta che ci troviamo a tu per Tu con Dio e con i segni della Sua grandezza rimaniamo tramortiti.

Un sentimento che non può essere descritto meglio che con l’espressione Timore e tremore, titolo dell’opera del grande filosofo cristiano Søren Kierkegaard, che prende le mosse proprio dalla vicenda di Abramo (in particolare dal sacrificio di Isacco, che ascolteremo prossimamente).

Un’alleanza impari

Questa pagina descrive molto bene cos’è il nostro rapporto con Dio e il nostro cammino di fede: un rapporto di alleanza impari, tra un bambino (questo siamo e dobbiamo restare) e l’Altissimo, che nella Sua onnipotenza non smette di prenderci per mano come un tenero papà, e – allo stesso tempo – di compiere i segni grandiosi del Suo amore fedele.

Lasciamoci prendere per mano dal Signore e crediamo in Lui, e anche a noi Dio lo accrediterà come giustizia.