
Continuare a crescere. 11ª Domenica del Tempo Ordinario (B)
La cosa importante è continuare a crescere, senza continuare a fare la conta dei risultati, perché il tempo della mietitura lo conosce il Signore.
Contenuti che riguardano l’argomento “attesa”
La cosa importante è continuare a crescere, senza continuare a fare la conta dei risultati, perché il tempo della mietitura lo conosce il Signore.
L’attesa del credente non è caratterizzata dall’inquietudine o dall’ozio del vivere “alla giornata”, ma è piena di opere buone.
Il discepolo non è un qualcosa di bell’e pronto, ma un uomo da costruire pazientemente, sul fondamento, sulla pietra angolare che è Gesù Cristo.
Quando Pietro scrive «per voi i profeti preannunciavano la grazia» ci chiama in causa in modo forte, ricordandoci che gli «eletti» da Dio siamo noi.
La pazienza è resa “sensata” se è vissuta come il tempo della fedele attesa della venuta del Signore, ricco di misericordia e di compassione.
Solo Dio conosce il tempo necessario alla nostra maturazione spirituale. Non dobbiamo avere fretta, ma esercitare la perseveranza nella prova.
È il cuore che deve cambiare, che deve convertirsi «prima che giunga il giorno grande e terribile del Signore», perché è nel cuore che vuole nascere il Signore.
Non si tratta di chiedersi come sarà questo Natale, ma di capire cosa possiamo e dobbiamo fare per essere pronti a viverlo bene. Andiamo a scuola da Maria.
Una visita è attesa quando si aspetta qualcuno di amato, di desiderato… E noi, giunti ormai alla fine di questo Avvento, stiamo attendendo qualcuno o no?
L’invito a «non bere vino» (come i nazirei) è provocazione a rinunciare a qualcosa che ci fa essere come tutti gli altri, per consacrarci totalmente al Signore.