Crocifisso in Cristo. San Francesco d’Assisi

Crocifisso in Cristo

Al centro della vita di san Francesco sta Gesù Crocifisso, al quale cercò di configurarsi sempre più, fino al punto da riceverne il segno mirabile nel suo corpo.

Omelia per mercoledì 4 ottobre 2023

Letture: Gal 6,14-18; Sal 15 (16); Mt 11,25-30

Di san Francesco si potrebbe parlare per una vita intera, e ciascuno di noi conserva per il poverello di Assisi un affetto tutto particolare, legato ad un aspetto specifico della sua spiritualità.

Anche a me piacerebbe parlarne a lungo, con cuore stupito, meravigliato e contemplativo ma, come sempre, qui mi limito a piccoli pensieri che possano aiutare a meditare la Parola di Dio che la Liturgia ci dona giorno per giorno.

Piccolezza e Croce

Il brano evangelico di questa festa ci rimanda subito alla semplicità dell’infinitamente piccolo (come lo definì il grande Angelo Branduardi):

«Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli».

Ma, come faccio sempre nei giorni feriali, scelgo di soffermarmi più sul brano della prima lettura, tratto dalla lettera di san Paolo ai Galati, che ci proietta subito in una delle esperienze più forti e “riassuntive” della vita del poverello di Assisi:

io porto le stigmate di Gesù sul mio corpo.

Il sigillo di una lunga ricerca

Per quanto l’evento sia straordinario, chiariamo subito che Francesco non desiderò mai per sé segni eclatanti o di distinzione di fronte al mondo, ma solo e solamente di assomigliare il più possibile al Suo Signore, soprattutto nel Suo Amore infinito per gli uomini.

In tal senso, sono senz’altro applicabili a lui le parole con cui si apre il brano paolino:

Fratelli, quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo.

Crocifisso di san Damiano

Il Crocifisso l’aveva attirato fin dall’inizio della sua esperienza di conversione, quando gli parlò nella chiesetta di san Damiano.

Per anni Gesù crocifisso fu al centro del suo sguardo e delle sue preghiere, fino a sviluppare una sensibilità sempre più acuta verso quel dolore, al punto da non saper trattenere le lacrime e piangere con singhiozzo convulso.

Davvero, anche Francesco poteva ben dire di sé le parole che Paolo scrive qualche capitolo prima di quello ascoltato oggi:

Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me. E questa vita, che io vivo nel corpo, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me (Gal 2,19-20).

Ecco perché nel settembre del 1224, due anni prima della sua morte, si realizzò quell’avvenimento mirabile: «l’ultimo sigillo», come le definì Dante nella sua Divina Commedia.

L’alter Christus

Era il segno, la conferma da parte di Dio, che davvero Francesco aveva vissuto in tutto e per tutto come il suo Signore, tanto da essere definito – già nel suo tempo – alter Christus.

Il celebre monaco Thomas Merton commenta così:

L’aver Francesco ricevuto le Stimmate fu un segno divino che fra tutti i santi egli era il più somigliante a Cristo. Meglio di ogni altro era riuscito nell’opera di riprodurre nella sua vita la semplicità, la povertà e l’amore di Dio e degli uomini che caratterizzano la vita di Gesù. Conoscere semplicemente san Francesco vuol dire comprendere il Vangelo e seguirlo nel suo spirito sincero e integrale, è vivere il Vangelo in tutta la sua pienezza. San Francesco fu, come tutti i Santi devono cercare di essere, semplicemente un altro Cristo. Il Cristo risorto rivisse in modo perfetto in quel Santo, completamente posseduto e trasformato dallo Spirito della carità divina.

Ecco che Francesco, come tanti altri Santi, traccia davanti a noi una strada ben precisa: configurarci sempre più a Cristo crocifisso.

Preghiera al Crocifisso

Per iniziare questo cammino vi lascio il testo delle parole stupende della preghiera che il poverello di Assisi pregò soprattutto nei momenti di crisi, di oscurità, dentro e fuori di sé.

Altissimo, glorioso Dio,
illumina le tenebre de lo core mio.

E damme fede dritta,
speranza certa e caritade perfetta,
senno e cognoscemento, Signore,
che faccia lo tuo santo e verace comandamento.

Amen.

Facciamo come san Francesco: nei momenti particolari della nostra vita, di difficoltà o smarrimento, rivolgiamoci al Signore come fece lui avanti al crocifisso di San Damiano. Come illuminò il poverello, chiediamo che Dio illumini anche noi.