I profeti scrutano e indagano. Natività del Battista
Come e più di tutti i profeti, anche Giovanni Battista ha scrutato e indagato le Scritture per cercare di sapere chi era il Cristo che preannunciava.
Omelia per la Natività di san Giovanni Battista
Letture: Ger 1,4-10; Sal 70 (71); 1Pt 1,8-12; Lc 1,5-17 (messa della vigilia)
L’anno scorso – in occasione della solennità del nostro Patrono – ho commentato le letture della Messa del giorno e mi sono soffermato sul significato del nome “Giovanni”, e del fatto che ci chiamiamo tutti così di primo nome, in quanto tutti dobbiamo ricordare di essere «dono di Dio».
Quest’anno vorrei lasciarvi un piccolo pensiero a partire dalle letture che il Lezionario propone per la vigilia di questa solennità ma…
Tra i due “litiganti”…
- la prima lettura l’ho commentata l’estate scorsa nei giorni feriali;
- il vangelo l’ho già commentato diverse volte (sia nell’omelia dell’anno scorso, sia nella Novena di Natale del 2019 e del 2020)…
Mi soffermo, perciò, sul breve testo della seconda lettura, tratta dalla Prima Lettera di san Pietro apostolo, in particolare su questo passaggio:
Su questa salvezza indagarono e scrutarono i profeti, che preannunciavano la grazia a voi destinata; essi cercavano di sapere quale momento o quali circostanze indicasse lo Spirito di Cristo che era in loro…
È un’immagine molto bella della figura del profeta, e credo che si addica proprio e soprattutto a Giovanni il Battista.
Giovanni scruta le Scritture
Chi più di lui si è riferito alle Scritture, dimostrando di averle lette, studiate e interiorizzate?
Fin da subito, infatti, per rispondere a chi gli chiedeva conto della sua persona e della sua missione, attinge ai profeti che l’hanno preceduto:
«Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia» (cfr Gv 1,19-23).
E più avanti, quando i suoi discepoli vanno a riferirgli che anche Gesù si è messo a battezzare, risponde con immagini poetiche che riassumono tutta la tradizione profetica (soprattutto Osea) che ha visto in Dio lo Sposo fedele dell’umanità, e si “accoda” al corteo nuziale, “inventando” la figura stupenda del “testimone di nozze”:
«l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire» (cfr Gv 3,22-30).
Per conoscere Cristo
Leggiamo nel Prologo al commento del Profeta Isaia di san Girolamo:
Adempio al mio dovere, ubbidendo al comando di Cristo: «Scrutate le Scritture» (Gv 5, 39), e: «Cercate e troverete» (Mt 7,7), per non sentirmi dire come ai Giudei: «Voi vi ingannate, non conoscendo né le Scritture, né la potenza di Dio» (Mt 22, 29)… Ignorare le Scritture significa ignorare Cristo.
Giovanni Battista, come tutti i profeti, ha scrutato le Scritture, ha indagato e ha cercato di conoscere sempre meglio il Messia che era stato mandato ad annunciare.
Il desiderio dei profeti
Ma anche lui, come tutti, si è trovato davanti ad una sorta di limite invalicabile:
«In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!» (cfr Mt 13,17)
È quello che sembra affermare anche l’autore della lettera agli Ebrei nel capitolo 11:
Nella fede morirono tutti costoro, senza aver ottenuto i beni promessi, ma li videro e li salutarono solo da lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sulla terra… (Eb 11,13).
Direttamente alla fonte
Ma il Battista non si è accontentato; non si è rassegnato ad una conoscenza “da lontano”, per sentito dire, e così ha voluto risalire direttamente alla fonte:
Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?» (Mt 11,2-3)
E da Gesù, Verbo incarnato, ha ottenuto la conferma che Colui che aveva lungamente scrutato, indagato e cercato era veramente il Messia che era stato mandato ad annunciare:
Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo» (Mt 11,4-5).
Chi conosce Cristo conosce se stesso
Non solo: la conoscenza diretta del Verbo l’ha illuminato a tal punto da fargli conoscere meglio anche se stesso, dandogli la conferma della propria vocazione di Precursore.
Mi piace, infatti, pensare che anche i discepoli di Giovanni abbiamo sentito queste parole mentre tornavano a riferire la risposta di Gesù:
«Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? …Un uomo vestito con abiti di lusso? …che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto:
“Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,
davanti a te egli preparerà la tua via”.In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista… E, se volete comprendere, è lui quell’Elia che deve venire (cfr Mt 11,7-15)
L’insegnamento di Giovanni
Facciamo anche noi come il Battista: non stanchiamoci di scrutare le Scritture, di studiarle e meditarle, cercando in esse la Verità, e non accontentandoci mai del “sentito dire”, ma indaghiamo e cerchiamo finché non troveremo direttamente lo Sposo, la Parola fatta carne.
Così, illuminati da Cristo, conosceremo meglio anche noi stessi.