Incirconcisi nel cuore e nelle orecchie

Incirconcisi nel cuore e nelle orecchie

La circoncisione del cuore e delle orecchie è la condizione necessaria per entrare in rapporto con Dio e lasciarsi istruire dal Suo Santo Spirito.

Omelia per martedì 16 aprile 2024

Letture: At 7,51-8,1; Sal 30 (31); Gv 6,30-35

C’è un’immagine forte nella parte finale del discorso di Stefano al Sinedrio che ascoltiamo nella Prima Lettura; rimproverando il popolo, gli anziani e gli scribi che l’hanno accusato falsamente, li apostrofa così:

«Testardi e incirconcisi nel cuore e nelle orecchie».

Segno evidente

La circoncisione, nella cultura religiosa ebraica, era un segno evidente di consacrazione a Jawhé e di appartenenza al popolo dell’alleanza (cfr Gen 17,9-14).

Ben presto, però, ci si rese conto che non bastava un’operazione chirurgica rituale a stabilire un rapporto di fedeltà reciproca tra Dio e il Suo popolo.

La circoncisione del cuore

Già nel Deuteronomio Mosè rivolgeva al popolo queste parole:

Ora, Israele, che cosa ti chiede il Signore, tuo Dio, se non che tu tema il Signore, tuo Dio… che tu osservi i comandi del Signore e le sue leggi? …Circoncidete dunque il vostro cuore ostinato e non indurite più la vostra cervice (cfr Dt 10,12-20).

La circoncisione del cuore sarà il leitmotiv del profeta Geremia:

«circoncidete il vostro cuore,
uomini di Giuda e abitanti di Gerusalemme»
(cfr Ger 4,4).

Proseguendo la lettura, si trova la chiara distinzione tra la circoncisione formale (che non ha nessun valore, anzi: è una falsa garanzia) e la circoncisione del cuore:

«Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore – nei quali punirò tutti i circoncisi che rimangono non circoncisi… perché tutte queste nazioni e tutta la casa d’Israele sono incirconcisi nel cuore» (cfr Ger 9,24-26).

La circoncisione delle orecchie

Ma anche la circoncisione delle orecchie è altrettanto necessaria, come condizione per ascoltare la parola del Signore:

Il loro orecchio non è circonciso,
non sono capaci di prestare attenzione.
La parola del Signore è per loro oggetto di scherno,
non ne vogliono sapere (cfr Ger 6,10).

Non voler ascoltare

Stefano aveva iniziato il suo lungo discorso con un chiaro invito all’ascolto:

«Fratelli e padri, ascoltate» (cfr At 7,2)…

ma la denuncia conclusiva è la constatazione della non disponibilità a mettersi in ascolto, che si rende evidente anche nell’atteggiamento “fisico” dei suoi accusatori, i quali

furibondi nel cuore e digrignando i denti… gridando a gran voce, si turarono gli orecchi e si scagliarono tutti insieme contro di lui.

L’ostinazione nel non voler ascoltare era una delle denunce più forti di Gesù ai Giudei che – nonostante avessero «creduto in Lui» – non prestavano ascolto alla Sua Parola:

«Per quale motivo non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alla mia parola… Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non ascoltate: perché non siete da Dio» (cfr Gv 8,31.43-47).

Lasciarsi aprire l’orecchio

Nei giorni della Settimana Santa, invece, abbiamo meditato parole molto diverse, ascoltando i Canti del Servo del Signore:

Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio
e io non ho opposto resistenza,
non mi sono tirato indietro
(Is 50,5).

Disporsi all’ascolto è lasciarsi “circoncidere” le orecchie e il cuore, non opporre resistenza alla Parola di Dio.

L’esempio più perfetto di disponibilità all’ascolto lo troviamo in Maria, che non solo lasciò entrare in sé la Parola di Dio permettendole di diventare carne,1 ma la conservava nel proprio cuore, la meditava2 e la osservava.3


Come sono i nostri orecchi e il nostro cuore? Turati e induriti o circoncisi?

  1. Cfr Lc 1,38; Gv 1,14. ↩︎
  2. Cfr Lc 2,19.51. ↩︎
  3. Cfr Lc 11,27-28. ↩︎