Passaggio di consegne

Passaggio di consegne
Omelia per giovedì 1° febbraio 2024

Il passaggio da questa vita all’aldilà è un momento delicato e importante. Come lo affrontiamo? Quali consegne vogliamo lasciare a nostri posteri?

Letture: 1Re 2,1-4.10-12; 1Cr 29,10-12; Mc 6,7-13

Iniziamo oggi a leggere il Primo Libro dei Re che, nei primi capitoli, ci presenta la “transizione” tra il re Davide e suo figlio Salomone.

La pagina che il Lezionario ci fa ascoltare oggi è proprio il testamento, il passaggio di consegne nell’imminenza della morte di Davide.

Serenità di un congedo

La prima riflessione che faccio parte dalla serenità di Davide nel lasciare questo mondo:

«Io me ne vado per la strada di ogni uomo sulla terra».

Nel passaggio da questa vita all’aldilà non c’è triste rassegnazione, non c’è paura, non ci sono rimpianti… solo la serena accettazione della sorte comune ad ogni essere umano.

Noi come ci immaginiamo quel momento? Ci pensiamo mai?

Tanti anni fa, nella pietà cristiana ci si preparava a quest’ora leggendo – fin da giovani – l’Apparecchio alla morte

Oggi se ne parla sempre meno ma, per un cristiano, accettare serenamente l’idea della morte è un grande tema di fede, anzi: è uno dei “termometri” della genuinità della sua fede.

Passaggio di testimone

La seconda riflessione parte dalle consegne che Davide fa a suo figlio, passando il testimone:

«Tu sii forte e móstrati uomo».

Questo penso sia il desiderio e l’auspicio di ogni genitore, ed è qualcosa di molto umano; a tal riguardo, però, occorrerebbe riflettere se stiamo lasciando a nostri figli la capacità di essere uomini “forti”, in grado di camminare con le proprie gambe.

Non basta una raccomandazione fatta a parole se per tutta la vita abbiamo evitato ai nostri figli qualsiasi tipo di sacrificio o responsabilità, se li abbiamo cresciuti sotto una campana di vetro…

Trasmettere la fede

La consegna principale di Davide, però, è quella della fede:

«Osserva la legge del Signore, tuo Dio, procedendo nelle sue vie ed eseguendo le sue leggi, i suoi comandi, le sue norme e le sue istruzioni, come sta scritto nella legge di Mosè…»

Davide avverte Salomone che la riuscita della sua vita non si baserà sul successo politico e militare, sulla ricchezza, sulla fama, ma sul camminare davanti a Dio con fedeltà, con tutto il cuore e con tutta l’anima: è la consegna dello Shemà Israel, il condensato della fede ebraica (cfr Dt 6,4-9).

L’eredità di questo testamento, perciò, è anzitutto religiosa.

Cosa lasciamo ai posteri?

Anche su questo credo che dobbiamo tutti riflettere, non solo i genitori: cosa lasciamo alle generazioni future?

Ci preoccupiamo tanto di clima e di ambiente (a parole), di risorse naturali… ma quanti si preoccupano del passaggio e della consegna dei valori fondamentali sui quali si regge una società?