Ringraziare è riconoscere e restituire

Ringraziare è riconoscere e restituire

Siamo chiamati a ringraziare il Signore per tutto quello che fa nella nostra vita, non solo riconoscendolo a parole, ma restituendoci a Lui come dono totale.

Omelia per venerdì 22 dicembre 2023

Letture: 1Sam 1,24-28; 1Sam 2,1.4-8; Lc 1,46-55

Il Salmo Responsoriale di oggi attinge dal secondo capitolo del Primo Libro di Samuele: sono le parole che Anna innalza come preghiera di ringraziamento al Signore per aver ricevuto in dono un figlio insperato (Samuele), ed è la continuazione del brano che ascoltiamo come prima lettura.

Il prototipo del Magnificat ?

Questo cantico è stato chiamato «il prototipo del Magnificat» (che ascoltiamo nel vangelo), ma – anche se molte delle espressioni usate da Maria richiamano questa preghiera (come ho cercato di mostrare nella riflessione di due anni fa) – il Magnificat è molto più personale.

Si tratta – in realtà – di un salmo di epoca monarchica che traduce la speranza dei poveri e termina con l’evocazione del re-messia (cfr 1Sam 2,10), ed è stato messo qui sulla bocca di Anna per l’allusione alla donna sterile.

Ringraziare è riconoscere

In questo inno, Anna esprime il suo ringraziamento riconoscendo la grandezza di Dio e delle Sue opere, non solo nella propria vita, nell’esaudimento dei propri desideri, ma nella Sua signoria sulla storia.

Sia Anna che Maria partono da quello che possono osservare nella loro piccola vita per riconoscere che Dio opera incessantemente lungo i secoli, scegliendo di sovvertire le dinamiche umane.

Per questo Lo ringraziano: per aver trovato anche nella loro piccolezza un “luogo” dove operare le Sue meraviglie.

Ringraziare è restituire

Ma sia Anna che Maria non si accontentano di ringraziare Dio a parole e con il canto stupendo che elevano al Signore: per loro ringraziare significa restituire.

Anna torna da Eli, sacerdote del tempio di Silo, di fronte al quale aveva mostrato la sua amarezza per la condanna alla sterilità e aveva implorato il Signore (cfr 1Sam 1,9-18): torna per restituire Samuele, il figlio che Dio le aveva concesso.

Anche Maria, prima ancora di elevare il suo canto di lode e ringraziamento a Dio, ha “restituito” anzitutto se stessa, dicendo «Ecco la serva del Signore» (cfr Lc 1,38).

Ma soprattutto restituirà a Dio e all’umanità intera quel Figlio che aveva accettato di accogliere nel grembo, partorire, crescere, e custodire fino all’inizio del Suo ministero pubblico. Lo farà nel modo più estremo sotto la croce (cfr Gv 19,26-27).

Per vivere il Natale

Questo è ciò che siamo chiamati a fare anche noi a pochi giorni dal Natale: ringraziare il Signore per tutto quello che ha fatto e continua a fare nella nostra vita e in quella di tutti gli uomini, non solo riconoscendolo a parole e nella preghiera, ma anche restituendoci a Lui come dono totale.

Il dono più bello che possiamo fare in questo Natale, a Dio e ai nostri fratelli, siamo noi stessi.