Padri affettuosi, non insegnanti orgogliosi
Gli apostoli e i missionari del Vangelo, oltre ad essere umili servitori perseguitati, devono essere padri amorevoli per ogni discepolo di Cristo.
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Gli apostoli e i missionari del Vangelo, oltre ad essere umili servitori perseguitati, devono essere padri amorevoli per ogni discepolo di Cristo.
Come discepoli del Risorto noi abbiamo ricevuto in dono lo Spirito, ma per avere il pensiero di Cristo dobbiamo fare la volontà del Padre come Gesù.
Quasi ci supplica il Signore: «Venite, mangiate il mio pane, bevete il vino che io ho preparato». Accogliamo l’invito! Ne va della nostra vita!
Per noi credenti esiste solo un modello di amicizia possibile: quello che ci ha insegnato Gesù, facendoci destinatari del Suo Amore.
Nessuno di noi può rassicurare le proprie paure dicendosi «io valgo». Solo Cristo, che ha dato la Sua vita per noi, può dirci che valiamo per davvero.
Il senso della vita non è far parlare di sé, magari anche dopo la nostra morte, ma illuminare chi ci sta attorno, consumandoci come una candela fino alla fine.
Il discepolo di Cristo non si vergogna e non ha paura di annunciare il Vangelo perché non si basa sulle proprie forze, ma sulla grazia del Signore.
Tutte le più belle virtù cadono come un castello di carte se non poggiano sul fondamento necessario: la conoscenza e l’Amore di Dio.
Seguendo i nostri istinti diventiamo sempre più piccoli; se, invece, lasciamo operare in noi lo Spirito Santo, Egli ci donerà il frutto di un cuore grande.
Si ama sempre “invano”, inutilmente, perché l’Amore vero è totale gratuità: questo è l’Amore che contempliamo nella Passione del Signore.