Beato chi non rifiuta. 28ª Domenica del Tempo Ordinario (A)
Oggi alla Messa bisognerebbe dire «Beati gli invitati che non rifiutano l’invito alla Cena dell’Agnello». Ma spesso è la Chiesa che ha generato questo rifiuto.
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Oggi alla Messa bisognerebbe dire «Beati gli invitati che non rifiutano l’invito alla Cena dell’Agnello». Ma spesso è la Chiesa che ha generato questo rifiuto.
Una cosa accomuna l’esperienza dei santi apostoli Pietro e Paolo: riconoscere che nulla hanno da dare di loro, ma che tutto ciò che hanno viene da Gesù Cristo.
L’effusione dello Spirito Santo è in vista del perdono dei peccati. Solo ricevendo e donando questo Amore infinito di misericordia si opera una nuova creazione.
Dare la vita costa la vita. Per questo «dare la vita per i propri amici» è l’atto di Amore e amicizia più grande insegnatoci da Gesù, col dono di se stesso.
In quanto Corpo Mistico di Cristo, anche noi siamo chiamati a diventare buon pane, offerto per la vita del mondo, come Gesù.
Se domandiamo cose spirituali, le nostre non sono più pretese, ma ciò che Dio stesso ci insegna a chiedere, a Lui e ai Santi che mette sulla nostra strada.
Cosa val la pena condividere? Maria ha scelto: non stupidaggini o chiacchiere, ma solo la “Notizia delle notizie”, il Vangelo, la promessa di Dio mantenuta
«Non hai dato niente, finché non hai dato tutto»: è questa la regola dell’Amore che ci ha insegnato Gesù, dando la Sua vita per noi
Davanti alle nostre inutili e sterili obiezioni, il Signore ci invita a mangiare quel pane misterioso che è Lui stesso, a fare esperienza di Lui
Ricordiamoci che siamo stati «comprati a caro prezzo»: quello del «sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia».