Chi ci sta a cuore? 23ª Domenica del Tempo Ordinario (A)
In un mondo di individualisti, indifferenti e menefreghisti, il cristiano è chiamato a prendersi a cuore tutti: ogni fratello, a partire dai più lontani.
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In un mondo di individualisti, indifferenti e menefreghisti, il cristiano è chiamato a prendersi a cuore tutti: ogni fratello, a partire dai più lontani.
La fede – come e molto più dell’oro – ha bisogno di essere messa alla prova in vari modi, per rafforzarsi e sostenere il cammino dei battezzati.
Se preghi per te, pregherai soltanto per il tuo interesse. Se invece i singoli pregano per tutti, tutti pregano per i singoli e il vantaggio è maggiore.
Il cristiano è l’uomo della speranza che fa spazio a Dio, sapendo che Lui rende credibile l’incredibile. Non lasciamo che la paura blocchi la gioia del Vangelo!
Un cristiano non può applicare la regola del «vivi e lascia vivere», perché siamo tutti “interconnessi”. Dalla salvezza di uno solo dipende quella di tutti.
Non si può essere cristiani da soli. Non si può dire «Io credo» se non assieme ai nostri fratelli radunati nel Cenacolo per celebrare l’Eucaristia.
Dio non ci può dare la fede. Sta a noi ravvivare il dono: quel seme che Lui ha messo in noi col Battesimo