Ascoltaci, Signore!

Signore, ascolta!

Quando nelle preghiere dei fedeli diciamo «Ascoltaci, Signore», diventiamo la voce e la supplica di tutti i giusti perseguitati.

Omelia per mercoledì 28 febbraio 2024

Letture: Ger 18,18-20; Sal 30 (31); Mt 20,17-28

Il brano che il Lezionario ci fa ascoltare oggi come Prima Lettura si trova nella sezione delle cosiddette “confessioni” del profeta Geremia.

Esperienza del tutto personale

In questi testi emerge il carattere del tutto unico e personale del profeta e della sua relazione con Dio: l’intensità della sua esperienza esistenziale traspare talora in lamentazioni insistite, altre volte in titubanze e arretramenti, fughe dal Signore e ritorni.

Geremia non è solo un portavoce di Dio, ma sperimenta e subisce personalmente la stessa sorte riservata alla Parola di Dio da parte degli ascoltatori a cui è mandato ad annunciarla, ovvero: il rifiuto, che si fa a volte canzonatorio, altre – più spesso – violento.

Si rende male per bene?

Nel brano odierno, l’amarezza del profeta scaturisce dallo stupore nel veder tramare contro di lui proprio coloro per i quali aveva interceduto presso il Signore.

Quante volte, ciascuno di noi ha fatto l’esperienza dell’ingratitudine, anzi: del ricevere del male in cambio del bene profuso!

Il rifiuto e l’incomprensione fanno parte della nostra vita quotidiana: li sperimentiamo nelle vicende familiari, negli ambienti di lavoro, in quelle relazioni che cerchiamo faticosamente di tenere in piedi tra silenzi, incomprensioni e sofferenze.

La Verità costa

È un’esperienza ancor più frequente quando ci si mette dalla parte della Verità e della giustizia: stare dalla parte del Signore costa.

La vicenda umana di Geremia ci insegna che testimoniare la verità di Dio può causare la perdita della considerazione umana o – peggio – addirittura la persecuzione.

In tal senso, Geremia è un’anticipazione dell’esperienza di rifiuto patita da Nostro Signore, ed è anche l’emblema universale del giusto perseguitato.1

Cronaca quotidiana

Sembra capitare “a fagiolo” questa pagina, sentendo le cronache recenti… Pensiamo a quanto avviene in questi giorni nel Sud d’Italia, dove alcuni sacerdoti volenterosi che cercano di remare contro la criminalità organizzata vengono continuamente intimiditi con gesti violenti (automobili bruciate, candeggina nel vin santo…).

Pensiamo a don Maurizio Patriciello, che vede svuotarsi i banchi della sua chiesa e gli ambienti del suo oratorio di Caivano a causa di subdole minacce da parte dei malviventi.

Signore, ascolta!

Per questo, non possiamo far altro che unirci col cuore a chi soffre queste situazioni, e – con una voce sola – elevare la nostra preghiera al Signore, con le parole Geremia:

Prestami ascolto, Signore

e con quelle del salmista:

Scioglimi dal laccio che mi hanno teso,
perché sei tu la mia difesa.
Alle tue mani affido il mio spirito.

  1. Cfr Is 53,8-10; Sal 2,1-2; At 4,25-28. ↩︎