Dispersi, però per annunciare

Dispersi, però per annunciare

La persecuzione violenta scoppiata contro la Chiesa ha disperso i discepoli; però lo Spirito ha fatto sì che divenissero nuovi semi del Vangelo.

Omelia per mercoledì 17 aprile 2024

Letture: At 8,1-8; Sal 65 (66); Gv 6,35-40

Dopo averci fatto ascoltare gli “Atti di Stefano”, i testi della Prima Lettura di oggi e domani ci propongono gli “Atti di Filippo”; a lui, infatti, si deve la prima evangelizzazione fuori dalla Giudea.

La “grazia” della persecuzione

Con la morte di Stefano si apre per la Chiesa un periodo di grande sofferenza e persecuzione, ma quello che umanamente fu un evento triste e drammatico si rivelò “provvidenziale” a una lettura di fede: senza questa violenta persecuzione, chissà per quanto tempo la Chiesa sarebbe rimasta confinata a Gerusalemme.

La svolta sta in un “però”

Il cambiamento di prospettiva sta tutto racchiuso in una parolina: “però”.

Dice infatti Luca, a metà del brano che abbiamo ascoltato:

Quelli però che si erano dispersi andarono di luogo in luogo, annunciando la Parola

Paradossalmente – come accade quando il vento impetuoso primaverile sparge ovunque i semi e i pollini – lo Spirito Santo ha fatto sì che i discepoli dispersi “contagiassero” col messaggio di Cristo anche i popoli che da sempre erano considerati esclusi, come i Samaritani.1

Non rinchiudersi

Avrebbero potuto richiudersi nuovamente nel Cenacolo, come dopo la crocifissione di Gesù, però stavolta non andò così:

  • gli apostoli rimasero coraggiosamente a Gerusalemme, affrontando la persecuzione a viso aperto;
  • i diaconi e gli altri discepoli si sparsero ovunque ad annunciare la Parola.

Come già a Pentecoste, il vento forte dello Spirito ha spalancato e abbattuto le porte della paura e ha “cacciato fuori” gli apostoli per annunciare con coraggio il Vangelo del Risorto.

Una nuova Pentecoste

È quello che ha fatto san Giovanni XXIII aprendo il Concilio Vaticano II, da lui pensato proprio come una “nuova Pentecoste”, una nuova primavera della Chiesa: la comunità cristiana ha deciso di smetterla di sentirsi la “cittadella assediata” dalla cattiveria del mondo, ma ha abbattuto ogni fortificazione per andare incontro agli uomini con fiducia.

Oggi, però, sembra che la Chiesa – soprattutto nella vecchia Europa – stia di nuovo involvendo: di fronte alle moderne paure di perdere se stessa, si sta richiudendo e blindando dentro falsi “cenacoli”, schemi rigidi e tradizionalismi anacronistici.

Che il Signore ci aiuti a lasciarci trasportare con fiducia dall’impeto dello Spirito, dove vuole Lui, sicuri che Lui sa cosa è bene per il mondo.

  1. Cfr Mt 10,5; Gv 4,9; Gv 8,48. ↩︎