Fidarsi è bene… ma dipende di chi!

Fidarsi

La Scrittura ci mette in guardia dal fidarsi troppo di se stessi, perché questo allontana da Dio e dai fratelli. La cura è la carità verso i piccoli e i poveri.

Omelia per giovedì 29 febbraio 2024

Letture: Ger 17,5-10; Sal 1; Lc 16,19-31

La prima lettura e il Salmo Responsoriale di oggi sono costruiti sulla formula sapienziale di contrapposizione tra maledizione e benedizione:

«Maledetto l’uomo che confida nell’uomo…

Benedetto l’uomo che confida nel Signore»


Beato l’uomo che non entra nel consiglio dei malvagi…

Non così, non così i malvagi…

Fidarsi è bene…

Ma cosa significa «Maledetto l’uomo che confida nell’uomo»? È forse un altro modo di dire – come il noto proverbio – che «fidarsi è bene, non fidarsi è meglio»?

No: il monito non mette in guardia dal riporre la propria fiducia negli altri, ma dall’atteggiamento egocentrico di chi confida solo in se stesso e nelle proprie capacità (ovvero: nella natura umana avulsa da Dio).

Subito dopo, infatti, il profeta chiarisce che è maledetto chi «pone nella carne il suo sostegno, allontanando il suo cuore dal Signore».

Morte o vita

Il paragone posto a esemplificazione di questa maledizione/benedizione è molto efficace:

  • chi confida nella sola natura umana è come un tamerisco nella steppa, che non vede venire il bene, e dimora in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere.
  • chi pone la sua fiducia nel Signore, invece, è come un albero piantato lungo un corso d’acqua che non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi, nell’anno della siccità non si dà pena e non smette di produrre frutti.

Torna ancora una volta il tema del discernimento e della scelta fondamentale tra la vita e la morte, che abbiamo già incontrato in questo tempo di Quaresima (v. la Prima Lettura del giovedì dopo le Ceneri).

Non fidarsi di se stessi

Tornando alla chiarificazione iniziale, la Parola di oggi non ci istiga assolutamente alla sfiducia negli altri (un sentimento che è già fin troppo presente in noi), ma, anzi, ci invita ad abbandonare la fiducia egocentrica che riponiamo in noi stessi, la quale non solo ci allontana da Dio, ma anche dai nostri fratelli.

L’esempio lampante di quanto sia mortifero l’egocentrismo è descritto nella vicenda del ricco epulone del vangelo di oggi, incapace di vedere altri che sé.

Fidarsi dell’uomo Gesù…

È vero che – con tutto quel che capita e con tutte le “scottate” che ci siamo presi – è sempre più difficile fidarsi dell’umanità, perché quando dai un dito poi gli altri si prendono pure la mano e il braccio!

Ma c’è sempre uno di cui possiamo fidarci ciecamente: Dio, perché Lui è il Fedele per antonomasia.1

…nascosto nei fratelli

Fidarci di Lui, però, passa necessariamente attraverso la fiducia verso i nostri fratelli,2 sotto forma di benevolenza, solidarietà e carità, che sono l’esatto contrario dell’egoismo sfrenato.

Ogni volta che abbiamo paura a fidarci degli altri, dobbiamo fare lo sforzo di vedere in loro il volto di Cristo:

«In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (cfr Mt 25,40).

  1. Cfr Sal 146,5-6; 2Tim 2,13; Ap 19,11. ↩︎
  2. Cfr 1Gv 4,20. ↩︎