Il vero digiuno. Venerdì dopo le Ceneri

Il vero digiuno è cercare la giustizia

Il vero digiuno è cercare la giustizia a tutti i costi, gridando la verità, senza paura di essere profeti scomodi. Non c’è pace senza giustizia e verità!

Omelia per venerdì 16 febbraio 2024

Letture: Is 58,1-9a; Sal 50 (51); Mt 9,14-15

Il testo della prima lettura non avrebbe nemmeno bisogno di commento, tanto è chiaro e forte il messaggio che il profeta Isaia fa risuonare gridando a squarciagola, senza avere riguardo, alzando la voce come il corno.

Troppa esteriorità!

Come i suoi grandi predecessori,1 egli dà atto al popolo di una religiosità inappuntabile, ma troppo esteriore, mentre Dio cerca di incontrare l’uomo nella sua realtà più profonda.

L’interiorità proclamata dai profeti richiede soprattutto una corrispondenza fra convinzione e comportamento: è il cuore che deve diventare nuovo (cfr Ez 36,26-27).

Isaia non vuole che sia eliminato il digiuno penitenziale: precisa soltanto il suo vero contenuto ed eleva alla dignità di atto religioso quelle che saremmo tentati di vedere unicamente come “opere sociali”.

Non c’è digiuno senza carità

Digiuno, penitenza e preghiera sono del tutto privi di valore e di significato se non vengono vivificati dalla carità e se non sono accompagnati dalle opere di giustizia.

Anzi, il digiuno veramente gradito a Dio consiste nel liberarsi dall’egoismo e nel recare sollievo e aiuto al prossimo.

La Chiesa, abolendo quasi del tutto il precetto del digiuno esteriore, ha inteso impegnarsi maggiormente a favore degli ultimi e dei poveri.

Vero digiuno è cercare la giustizia

In questa Quaresima, che viviamo immersi in un drammatico clima di guerra, credo che il vero digiuno sia cercare la giustizia a tutti i costi.

Attraverso Isaia, infatti, Dio ci dice che il digiuno che vuole consiste nello

sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi
e spezzare ogni giogo
.

Ritornano alla mente i temi della Pacem in terris e del 5° Capitolo della 2ª Parte di Gaudium et spes (che abbiamo meditato nella catechesi per gli adulti):

non c’è pace senza giustizia, e non c’è giustizia se non nella verità.

Chiamati ad essere profeti scomodi

Dobbiamo sentirci chiamati ad essere profeti scomodi, come il Battista,2 che non tacciono di fronte alle ingiustizie, e che non seguono il mainstream dei mezzi di comunicazione corrotti o “comprati” dal potere (politico e/o economico),3 che non temono di gridare la verità, anche e soprattutto quando è scomoda, ad annunciare la Parola, insistendo al momento opportuno e non opportuno, ammonendo, rimproverando, esortando con ogni magnanimità e insegnamento (cfr 2Tim 4,2).

  1. Cfr Is 1,10-23; Am 5,25-26; Ger 7,21-28. ↩︎
  2. Cfr Mc 6,17-18. ↩︎
  3. A maggio 2023 l’Italia risultava al 41° posto nella classifica per la libertà di stampa (l’anno prima era al 58° posto)! ↩︎