Noi non possiamo tacere. Sabato fra l’Ottava di Pasqua
È Gesù che ha ordinato di annunciare il Vangelo, e quindi non possiamo tacere. Ma – se dovessimo tacere noi – «grideranno le pietre»!
Omelia per sabato 6 aprile 2024
Letture: At 4,13-21; Sal 117 (118); Mc 16,9-15
Non sono riuscito a proporre la riflessione per le Letture di ieri perché – tra visite ed esami in ospedale, la ripresa della catechesi degli adulti (da preparare) etc., il tempo a disposizione è sempre più risicato…
Non posso tacere
E avevo programmato di non scrivere nulla nemmeno per le letture di oggi, ma – come rispondono Pietro e Giovanni ai capi, agli anziani e agli scribi – non posso tacere.
Per la breve riflessione di oggi metto a tema proprio questa risposta, data con franchezza e convinzione.
È una missione divina
Perché Pietro e Giovanni non possono tacere, nemmeno di fronte alle intimazioni del Sinedrio?
Perché è Gesù stesso che li ha mandati come testimoni della Risurrezione, come leggiamo nel brano evangelico odierno:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura»
Annunciare Cristo non nasce da un bisogno umano, ma da una missione divina! Così affermerà anche l’apostolo Paolo:
annunciare il Vangelo non è per me un vanto, perché è una necessità che mi si impone: guai a me se non annuncio il Vangelo! …è un incarico che mi è stato affidato (cfr 1Cor 9,16-18).
La forza dell’annuncio
I capi del popolo avevano compreso la forza rivoluzionaria della testimonianza apostolica, basata non sulla sapienza, ma proprio sul contrasto tra la semplicità dei testimoni e la preziosità dell’annuncio:
vedendo la franchezza di Pietro e di Giovanni e rendendosi conto che erano persone semplici e senza istruzione, rimanevano stupiti e li riconoscevano come quelli che erano stati con Gesù.
Il tentativo delle minacce
Non potendo più negare l’evidenza dei fatti, come avevano fatto assoldando le guardie del sepolcro,1 passano alle intimidazioni e alle minacce:
Li richiamarono e ordinarono loro di non parlare in alcun modo né di insegnare nel nome di Gesù.
È così da allora: in tutto il mondo si è cercato di far tacere i testimoni della Risurrezione, ma ogni minaccia e persecuzione ha sortito l’effetto contrario.
Pietro e Giovanni, e tutti i cristiani dopo di loro, non possono tacere, perché l’unica obbedienza sempre giustificata è quella dovuta a Dio.
Grideranno le pietre
A proposito di questo tentativo di far tacere gli apostoli, mi torna sempre in mente l’episodio dell’ingresso festoso di Gesù a Gerusalemme secondo la versione di Luca:
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre» (cfr Lc 19,28-40).
Non si può mettere a tacere la gioia dell’incontro col Risorto, perché di essa è intriso il mondo stesso!
#appuntalaparola
E anche oggi, alla fine di questa piccola riflessione, non posso non consegnarvi l’ennesimo hashtag, o “parola-chiave”, l’ennesimo Post-it da appendere sullo sportello del frigorifero:
«Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato».
Diciamolo con franchezza a chiunque ci vuole chiudere la bocca perché testimoniano la nostra fede nel Risorto.
Precisazioni
È ovvio che – prima di tutto – dobbiamo fare noi un’esperienza di fede solida e sincera, altrimenti non avremo nulla da testimoniare.
Altra precisazione necessaria: si tratta di non tacere sulla verità di Cristo e del Suo Vangelo, non sulle nostre fissazioni.
Ultima precisazione: si tratta di annunciare, non di imporre. Cristo non ha bisogno di eserciti, ma di testimoni disarmati di un Vangelo di pace, perché il Suo Regno non è di questo mondo,2 e di guerre ce n’è già abbastanza, senza aggiungere fasulle “guerre sante”.
- Cfr Mt 28,11-15. ↩︎
- Cfr Gv 18,36. ↩︎