Per amore del tuo nome

Per amore

Dalla supplica di Azaria possiamo imparare che se possiamo rivolgerci con fiducia a Dio è solo per amore del Suo nome e per la Sua fedeltà.

Omelia per martedì 5 marzo 2024

Letture: Dn 3,25.34-43; Sal 24 (25); Mt 18,21-35

Come Prima Lettura oggi ascoltiamo una parte della stupenda preghiera innalzata da Azaria dalla fornace in cui il re babilonese Nabucodonosor l’aveva fatto gettare assieme ai suoi compagni Anania e Misaele per non aver accettato di adorare la statua d’oro che aveva fatto erigere.1

Per amore del tuo nome

È un’intensa supplica a Dio espressa non solo a titolo personale, ma a nome di tutto il popolo di Israele deportato e disperso, affinché il Signore ne abbia misericordia.

Azaria fa leva, anzitutto, sulla bontà e fedeltà del Signore:

«Non ci abbandonare fino in fondo,
per amore del tuo nome,
non infrangere la tua alleanza;
non ritirare da noi la tua misericordia
»

Per fedeltà alle tue promesse

Poi, ben sapendo che Dio dimostra la sua bontà fino a mille generazioni, per quelli che lo amano e osservano i suoi comandamenti,2 gli ricorda le promesse fatte ai Patriarchi:

«per amore di Abramo, tuo amico,
di Isacco, tuo servo, di Israele, tuo santo,
ai quali hai parlato, promettendo di moltiplicare
la loro stirpe come le stelle del cielo,
come la sabbia sulla spiaggia del mare».

Tu sei giusto, noi abbiamo peccato

Azaria descrive la situazione tragica in cui è piombato il popolo, chiedendo perdono (cfr Dn 3,29.39) e riconoscendo la giustizia di Dio (cfr Dn 3,26-31).

Sono tematiche che tornano abbastanza frequentemente nell’età postesilica, soprattutto in ambiente sacerdotale e levitico.3

Il sacrificio del cuore

È molto bello anche il passaggio dove Azaria chiede di poter essere accolto, assieme ai suoi compagni

come olocàusti di montoni e di tori,
come migliaia di grassi agnelli.

È il segno del passaggio a una religiosità molto più spirituale, dove «il cuore contrito e lo spirito umiliato4 hanno sostituito i sacrifici cruenti di vittime animali.

Dopo i vari richiami dei Profeti (andati a vuoto),5 il tempo dell’esilio favorisce un’espressione più marcata dei sentimenti di umiltà e povertà e la coscienza che l’elemento essenziale del sacrificio è la sincerità del cuore.6

Perdonare per amore di Dio

I sentimenti sinceri di questa stupenda preghiera sono un buon “aperitivo” per introdurre il brano di vangelo odierno, che ci invita a perdonare sempre: solo entrando nel cuore di Dio come Azaria possiamo capire la profondità del Suo amore e della Sua misericordia.

Solo capendo questo Amore immenso di cui siamo destinatari possiamo intuire la ragione del perdono illimitato che ci è richiesto: non si perdona per dovere («quante volte dovrò perdonare») o “con il contatore” («fino a sette volte»), ma per amore.

Ci è richiesto di perdonare sempre per lasciar scorrere fino ai nostri fratelli quell’amore che Dio ha riversato anzitutto su di noi: se questo “flusso” si interrompe, diventiamo un ostacolo all’amore e alla misericordia divina.

  1. Cfr Dn 3,1-24. ↩︎
  2. Cfr Es 20,6. ↩︎
  3. Cfr Dn 9,4-19; Esd 9,6-15; Nee 9,6.27. ↩︎
  4. Cfr Sal 51,19. ↩︎
  5. Cfr Am 5,21-27; Ger 7,1-15; Is 1,11-17; Os 6,5-6. ↩︎
  6. Cfr Sal 51,8 trad. CEI 1974. ↩︎