Premura e pazienza di Dio

Premura e pazienza di Dio

Dio ha premura di salvare la nostra vita, ma ha un’infinita pazienza verso i nostri tentennamenti, al contrario di quanto facciamo noi coi nostri fratelli.

Omelia per martedì 4 luglio 2023

Letture: Gen 19,15-29; Sal 25 (26); Mt 8,23-27

Ieri la liturgia ci ha fatto celebrare il ricordo festoso dell’apostolo Tommaso, e così ci siamo persi una “puntata” fondamentale della saga di Abramo, che vi consiglio di andare a leggere da soli (cfr Gen 18,16-33).

Nella “puntata” precedente…

Si tratta del “mercanteggiare” di Abramo con Dio, in una estenuante trattativa (tipica dei beduini del deserto) a favore delle città di Sodoma e Gomorra che dovevano essere punite e distrutte per la gravità dei loro peccati.

Ho già commentato quel brano diversi anni fa (se a qualcuno interessasse accompagnare la lettura con un breve commento). In quell’occasione dicevo che

Abramo, forse per timore di esagerare nelle richieste o di irritare il Signore, si fermò a dieci (possibili giusti per cui sarebbe valsa la pena di aver pietà delle città di Sodoma e Gomorra). Ma Dio si sarebbe “accontentato” anche di uno solo!

Dio si ricorda

Nel brano che leggiamo oggi, possiamo constatare che, se Abramo non osò andare oltre nella sua “contrattazione”, invece,

Dio si ricordò di Abramo e fece sfuggire Lot alla catastrofe, mentre distruggeva le città nelle quali Lot aveva abitato.

Non solo Dio non fa “di tutta l’erba un fascio” (sfogando ciecamente la Sua ira), ma si prende a cuore la sorte dei pochi giusti che sono rimasti in mezzo alla cattiveria del mondo.

Perciò, anche noi, come il salmista, dobbiamo ripetere spesso il ritornello:

La tua bontà, Signore, è davanti ai miei occhi.

Dio ha premura

Quello che l’autore del testo sacro mette in risalto è la premura di Dio nel fare di tutto per salvare Lot:

Gli Angeli fecero premura a Lot dicendo: «Su, prendi tua moglie e le tue figlie che hai qui ed esci per non essere travolto nel castigo della città».

E, più avanti:

«Fuggi, per la tua vita. Non guardare indietro, non fermarti dentro la valle, fuggi per non essere travolto».

L’uomo indugia

Lot, invece, non aveva tutta questa premura, anzi, indugiava, tanto che

quegli uomini presero per mano lui, sua moglie e le sue due figlie, per un grande atto di misericordia del Signore verso di lui; lo fecero uscire e lo condussero fuori della città.

Lot rappresenta l’uomo che – quando si tratta di dare una svolta decisa alla propria vita – tentenna e sembra riluttante ad abbandonare i suoi vizi, nonostante sappia perfettamente che questi lo mettono in serio pericolo.

Siamo così anche noi quando vogliamo “tenere il piede in due scarpe”, quando vogliamo cambiare ma non del tutto.

La pazienza infinita di Dio

Quale misericordia e pazienza, invece, ha Dio nei nostri confronti, nel continuare a darci ulteriori possibilità e occasioni, nell’accontentarci quando gli chiediamo di non aver troppa fretta e di concederci dilazioni:

Lot gli disse: «…mio signore! …Ecco quella città: è abbastanza vicina perché mi possa rifugiare là ed è piccola cosa! Lascia che io fugga lassù…». Gli rispose: «Ecco, ti ho favorito anche in questo, di non distruggere la città di cui hai parlato. Presto, fuggi là…».

Questo modo di fare di Dio con noi ricorda molto la parabola del fico sterile: «Padrone, lascialo ancora quest’anno…» (cfr Lc 13,6-9), e anche quanto afferma l’autore del Libro della Sapienza:

i nemici dei tuoi figli, pur meritevoli di morte,
tu hai punito con tanto riguardo e indulgenza,
concedendo tempo e modo per allontanarsi dalla loro malvagità
(Sap 12,20).

Doppia misura

Questa pagina mi fa pensare a quanto siamo canaglie: quando si tratta di giudicare la nostra condotta e di “darci un taglio”, ci arrampichiamo sui vetri per cercare scusanti, attenuanti, dilazioni, e invochiamo tutta la pazienza divina.

Quando, invece, si tratta di aver pazienza noi verso i nostri fratelli, siamo inflessibili e spietati (vedi la parabola dei due servi in Mt 18,21-35)

Non solo: per quelli che noi riteniamo meritevoli di punizioni divine e non possiamo “regolare” direttamente noi, invochiamo un “dio” senza pietà.

Invertire la rotta

Il Signore ci conceda di invertire le parti: di essere pazienti e indulgenti come Lui quando dobbiamo perdonare ai nostri fratelli, e di avere grande premura di convertirci e rimetterci sulla strada del Vangelo, senza cercare scuse e pretendere continue deroghe.