Dov’è il tuo tesoro là sarà il tuo cuore
Il più infallibile quesito per far verità sulla nostra vita è proprio questo: «dove hai messo il tuo tesoro?» E, quindi, «dove hai messo il tuo cuore?»
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Il più infallibile quesito per far verità sulla nostra vita è proprio questo: «dove hai messo il tuo tesoro?» E, quindi, «dove hai messo il tuo cuore?»
Il rimprovero profetico di Giacomo non è rivolto solo ai ricchi di denaro, ma a chi resta indifferente e non fa nulla per combattere le ingiustizie.
Argento e oro ai tempi di Pietro erano sinonimo di ricchezza e potere. Di cosa deve disfarsi la Chiesa di oggi (oltre al denaro) per essere credibile?
Esame di coscienza: l’avidità del denaro ha rovinato e continua a rovinare la Chiesa, assieme alla ricerca di fama e visibilità di “moderni profeti e teologi”.
Matteo, esperto di conti, si accorse presto di come la contabilità di Dio funzionasse in modo difforme da quella terrena. E noi cosa aspettiamo a capirlo?
I poveri sono il tempo vivo più prezioso, da adornare d’oro con la nostra carità (dalle Omelie sul vangelo di Matteo di san Giovanni Crisostomo).
L’indifferenza (che è l’opposto della compassione) è il vero male del mondo: scava un abisso tra le persone e le condanna all’Inferno già su questa terra.
La ricchezza non è buona o cattiva in sé: dipende dall’uso che se ne fa. Siamo invitati a diventare buoni economi, che usano le ricchezze per fare giustizia.
La nostra vita non dipende da ciò che possediamo, ma se non impariamo a mollare la presa e tratteniamo avidamente le cose, saranno loro a toglierci la vita!
Ricchezza e benessere non sono cose malvage in sé, ma se le facciamo diventare un idolo, rischiamo di dimenticare e rifiutare Chi ce ne ha fatto dono.