Docilità allo Spirito

Docilità allo Spirito

Non basta il buon senso per essere buoni discepoli e apostoli coraggiosi: occorre la docilità del cuore alla voce dello Spirito del Signore che ci guida.

Omelia per sabato 4 maggio 2024

Letture: At 16,1-10; Sal 99 (100); Gv 15,18-21

Dopo il cosiddetto “Concilio di Gerusalemme”, il libro degli Atti degli Apostoli ci narra il secondo viaggio missionario di Paolo.

Il secondo viaggio missionario

Separatosi in modo abbastanza burrascoso da Barnaba e Marco (cfr At 15,36-41), Paolo torna con Sila a far visita alle varie Chiese, per confermarle nella fede e comunicare la decisione presa dagli anziani di Gerusalemme.

Due fatti degni di nota

Due fatti mi colpiscono di questo brano, e su questi voglio richiamare la vostra attenzione:

  1. anzitutto la strana decisione di Paolo di far circoncidere Timoteo «a motivo dei Giudei che si trovavano in quelle regioni»;
  2. poi, il costante intervento dello Spirito Santo, da cui Paolo si lascia guidare, accettandone docilmente gli impedimenti e i divieti.

Sembrano due cose separate ma, in realtà, sono accomunate dalla stessa docilità da parte dell’apostolo.

Due situazioni, stessa docilità

Quanto al farsi guidare dallo Spirito Santo (che è il vero “protagonista” degli Atti), la cosa appare del tutto evidente:

Attraversarono quindi la Frìgia… poiché lo Spirito Santo aveva impedito loro di proclamare la Parola nella provincia di Asia. …cercavano di passare in Bitinia, ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro; così, lasciata da parte la Mìsia, scesero a Tròade.

Quanto alla circoncisione, colpisce come Paolo, che si era dimostrato così rigido riguardo all’inutilità di quel rito per i pagani convertiti, si dimostri duttile e disponibile nella gestione del caso concreto di Timoteo.

Non c’è contraddizione in questa scelta:

  • nella questione di principio (valevole per tutti i pagani) era in gioco l’identità stessa del cristianesimo (la libertà in Cristo);
  • nel caso di Timoteo, invece, l’apostolo si lascia guidare da una profonda comprensione e compassione per uomini dalla coscienza ancora debole e immatura. Si comporterà in modo simile nella Chiesa di Corinto, riguardo alla carne offerta agli idoli: piuttosto che essere motivo di scandalo per un fratello dalla coscienza debole e incerta, non mangerà carne in eterno (cfr 1Cor 8).

Non è solo per ragioni di buon senso che Paolo fa questa scelta, ma per una profonda docilità interiore alla voce dello Spirito che lo guida, sia nella strada da seguire che nelle scelte personali e comunitarie.

Non basta il buon senso

Non basta il buon senso per essere buoni discepoli e apostoli coraggiosi: occorre la docilità del cuore alla voce del Signore, che ci guida illuminando il cammino con la presenza e la voce del Suo Santo Spirito.