Cristiani DOCG. Martedì della 4ª settimana di Pasqua
Perché «ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani»? Oggi meritiamo ancora quel nome? Ce ne sono ancora le condizioni necessarie?
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Perché «ad Antiòchia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani»? Oggi meritiamo ancora quel nome? Ce ne sono ancora le condizioni necessarie?
La priorità nella vita è amare Dio, e farsi insegnare da Lui come Amare, gratuitamente. Solo Lui può farlo, perché Dio è Amore e ogni Amore vero viene da Dio.
«Non dire: “Sono giovane”» è un rimprovero per ciascuno di noi: di considerare la nostra storia contando solo sulle nostre forze, e mai sulla grazia di Dio.
Crediamo di sapere già tutto di Lui… ma non è possibile capire il senso dei pensieri e dei sentimenti di Dio se Egli stesso non ci dà le chiavi del Suo cuore
Non si può aspettare di capire tutto: bisogna decidere di credere. Solo allora si trova il senso delle cose, di sé, degli altri, di Dio
Perché l’annuncio del Regno di Dio sia credibile, bisogna andare «a due a due», nell’amore reciproco, e spogliarsi di tutto il superfluo che ci appesantisce.
Nel mezzo di questa pandemia, l’unico “contagio” che siamo chiamati a favorire, l’unica “epidemia” che non dobbiamo fermare, è l’annuncio gioioso della fede.
Anche noi, come l’apostolo Pietro, abbiamo bisogno di questo rimprovero di Gesù: «Va’ dietro a me!». Troppo spesso ci facciamo maestri e giudici degli altri.
L’Ignoranza che ci salverà è il rimanere umili, evitando l’arroganza di chi crede di saper tutto e la viltà di chi non si espone mai per non compromettersi.
Invece di chiederci chi tradirà Gesù, chiediamoci chi è il discepolo amato. E meravigliamoci di scoprire che è Giuda, Pietro, io, tu, tutti noi peccatori!