Ecco il mio servo. Lunedì Santo

Ecco il mio servo che io sostengo

Dicendoci «Ecco il mio servo», Dio ci chiede di puntare lo sguardo e non distoglierlo un solo istante dal Suo Figlio, l’Amore Crocifisso.

Omelia per lunedì 25 marzo 2024

Letture: Is 42,1-7; Sal 26 (27); Gv 12,1-11

Eccoci entrati nella Settimana più intensa dell’Anno Liturgico, quella da cui “gronda” in abbondanza su di noi la grazia di Dio e ci ricopre, proprio come il profumo di nardo cosparso da Maria sui piedi di Gesù.

In questi giorni il Suo Amore riempie del suo aroma tutta la Chiesa, come allora il nardo riempì la casa di Betania.

Nelle “puntate precedenti”…

Quattro anni fa mi sono soffermato proprio sul gesto stupendo di Maria, invitando alla riflessione sulla gratuità dell’Amore di Dio (che appare uno spreco).

L’anno scorso, invece, mi sono fermato a contemplare la prima “pennellata” di Isaia nel descrivere il Messia mite e umile, sottolineando come Egli sia l’esatto contrario delle figure pubbliche dei nostri giorni, capaci solo di urlare con prepotenza e arroganza.

Ecco il mio servo

Quest’anno aggiungo poco o niente, in apparenza, fermando la mia e la vostra attenzione sulle prime parole del brano di Isaia:

«Ecco il mio servo che io sostengo,
il mio eletto di cui mi compiaccio».

È Dio stesso che ci parla, per indicarci chiaramente in quale direzione dobbiamo puntare lo sguardo in questi giorni.

Nel mezzo di un turbinio di eventi ed emozioni che la Liturgia ci farà rivivere raccontandoci l’Amore infinito di Dio, il Signore stesso ci raccomanda di non distogliere l’attenzione dal “punto focale”, dal “centro di gravità”.

Orgoglioso di questo figlio

«Ecco il mio servo… di cui mi compiaccio» sono parole che richiamano da vicino quelle con cui ogni anno passiamo dal Tempo di Natale al Tempo Ordinario, nella Festa del Battesimo del Signore:

«Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento» (cfr Mt 3,17; Mc 1,11; Lc 3,22).

E anche quelle che abbiamo ascoltato nella Seconda Domenica di Quaresima:

«Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo» (cfr Mt 17,5; Mc 9,7; Lc 9,35).

Fuori da ogni schema

Il Signore sa che deve raccomandarci di non distogliere lo sguardo da questo servo-figlio amato in cui Egli si compiace, perché – umanamente – ci verrebbe naturale distogliere lo sguardo (come sentiremo il Venerdì Santo, ascoltando il Quarto canto del Servo del Signore):

Non ha apparenza né bellezza
per attirare i nostri sguardi,
non splendore per poterci piacere.
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia
(cfr Is 53,2-3).

Ci deve ripetere «Ecco lì dove dovete guardare», perché contemplare l’Amore Crocifisso non ci è facile, perché niente in quell’Amore va secondo i nostri schemi, anzi: quell’Amore fa saltare ogni schema!

Non distogliamo lo sguardo

Eppure è l’unico modo per lasciarci amare, fino in fondo.

Non distogliamo lo sguardo da questo Amore, perché solo così potremo essere salvati:

Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto (cfr Gv 19,37)


come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna (cfr Gv 3,14-15).