Scegli la vita. Giovedì dopo le Ceneri

Scegli la vita

Scegliere la vita passa necessariamente attraverso la Croce: l’accettare di lasciar morire in noi ciò che porta alla morte, a partire dal nostro “io”.

Omelia per giovedì 15 febbraio 2024

Letture: Dt 30,15-20; Sal 1; Lc 9,22-25

Se per caso a qualcuno fosse venuto in mente di «tirare il fiato» già dopo la prima giornata penitenziale vissuta ieri, la Parola di Dio mette subito le cose in chiaro:

«Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua».

La via della Croce

Quello che abbiamo appena iniziato è un cammino serio e impegnativo, per davvero, non un semplice cercare di fare qualche fioretto ogni tanto.

Il percorso è tracciato: è quello percorso da nostro Signore, che termina – sì – con la Risurrezione gloriosa e la Pasqua, ma deve necessariamente passare attraverso la sofferenza e il rifiuto, salire al Calvario e abbracciare la Croce.

Ecco il senso della pratica devozionale della Via Crucis, che vivremo ogni venerdì.

La morte e la vita

«Rinnegare se stessi»: sono parole che ci angosciano, perché indicano quella cosa che nella devozione cristiana si chiamava “mortificazione”, ovvero «far morire il nostro “io”».

Ma allora perché, nella prima lettura, Mosè dice al popolo «io ti ho posto davanti la vita e la morte… Scegli dunque la vita»?

Sembra assurdo ma, per scegliere la vita occorre accettare di perderla:

«Chi vuole salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà».

Il nostro cammino di conversione va verso la vita passando attraverso la morte: deve morire in noi l’uomo vecchio perché viva in noi l’uomo nuovo (cfr Rm 6,3-7).

Come il chicco di grano, dobbiamo accettare di morire, per rinascere a nuova vita e portare frutto (cfr Gv 12,24).

Saper scegliere

Saper scegliere, perciò, necessita di grande capacità di discernimento, perché non è facile intravedere la vita dietro alle sofferenze e alle rinunce, così come non è facile intuire che dietro la soddisfazione delle nostre passioni c’è la nostra disfatta.

Questo cammino di quaranta giorni, fatto di solitudine, silenzi, digiuno, preghiera, ascolto della Parola di Dio, carità… è il tempo adatto e prezioso per discernere e capire ciò che porta alla morte e ciò che porta alla vita.

La libertà alla prova

È un tempo in cui mettere alla prova il grande dono della libertà.

Dio non ci obbliga, ci lascia liberi di scegliere, ma – per il grande amore che ha per noi – non manca di tracciare davanti a noi la “strada sicura”:

«…ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione. Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore, tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui, poiché è lui la tua vita e la tua longevità».

Siamo liberi di ascoltare e no la Sua voce, di obbedire o no ai Suoi comandi, ma sappiamo bene dove sta la strada buona (cfr Ger 6,16): allora scegliamo quella!