Porta del cielo. Assunzione della Beata Vergine Maria

Maria, Porta del Cielo

La nostra Mamma Celeste è sulla porta del Paradiso per accoglierci, e sta a scrutare l’orizzonte con impazienza, finché non siamo tutti entrati nella casa del Padre.

Omelia per lunedì 15 agosto 2022

Letture: Ap 11,19; 12,1-6.10; Sal 44 (45); 1Cor 15,20-26; Lc 1,39-56 (Messa del giorno)

Quest’anno vivo per la prima volta la solennità dell’Assunta a Sotto il Monte, dove è una festa molto sentita da sempre (lo era anche ai tempi di Papa Giovanni quando era semplicemente Angelino Giuseppe Roncalli).

Quasi una festa patronale

L’Assunzione di Maria non è il titolo principale della Parrocchia (il Patrono è san Giovanni Battista), ma l’importanza di questa ricorrenza liturgica qui a Sotto il Monte è tale da farcela vivere quasi come una “seconda festa patronale”, preparata come si deve, con una Novena di preghiera in preparazione alla solennità.

In ogni caso – in quanto Madre della Chiesa – Maria è Patrona (o meglio: “Madrina” – protettrice) di tutti quanti i cristiani.

Mi piace allora – come stiamo facendo in queste sere della Novena – soffermarmi a riflettere su uno dei titoli di Maria che troviamo nelle Litanie Lauretane.

Il titolo da cui voglio prendere le mosse per questa breve riflessione è Ianua Coeli, ovvero: “Porta del Cielo”.

La porta e il “guardiano”

Anzitutto “porta”, perché ogni chiesa e ogni comunità cristiana che si rispetti, pone il suo Patrono (o la sua Madrina) sulla porta della propria chiesa parrocchiale.

Sottolineavo questo concetto anche due anni fa, quando ero Parroco di Laxolo: il Patrono sta all’ingresso come custode e “padrone di casa”, pronto ad accogliere i suoi figli e a difenderli quando sono radunati nel nome di Gesù.

Anche a Sotto il Monte Maria sta all’ingresso della chiesa parrocchiale, esattamente nella nicchia di destra (mentre in quella a sinistra c’è il Fonte Battesimale): e quanti fedeli si fermano – entrando o uscendo – a pregare silenziosamente davanti alla Mamma celeste, raffigurata nel suo essere assunta in cielo!

Porta del cielo

Ma la porta sulla quale Maria si pone è soprattutto quella del Cielo, nostra futura, eterna e definitiva dimora:

La nostra cittadinanza è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo (cfr Fil 3,20-21).

Già san Bernardo – in uno dei suoi Discorsi – ricorda che i Santi ci attendono in cielo:

Ci attende la primitiva comunità dei cristiani, e noi ce ne disinteresseremo? I santi desiderano di averci con loro e noi ce ne mostreremo indifferenti? I giusti ci aspettano, e noi non ce ne prenderemo cura?

Ma la festa dell’Assunzione, ci dice che Maria – più di tutti i Santi – ci attende per condividere la sua stessa sorte di gloria in cielo, come ricordavo l’anno scorso.

La nostra Mamma Celeste è sulla porta del Paradiso per accoglierci, e sta a scrutare l’orizzonte con impazienza, finché non siamo tutti entrati nella casa del Padre.

Come le nostre mamme

Non era così anche nelle nostre case?

Chi rispondeva di solito al citofono (o dal balcone), quando andavamo a cercare i nostri amici per invitarli a giocare?

Erano le loro mamme!

E che bei ricordi, di quando – tardando i nostri amici a prepararsi o a finire gli ultimi compiti – le loro mamme ci invitavano a salire, ci aprivano la porta, ci facevano entrare, e magari ci offrivano la merenda, facendoci sentire a casa nostra!

Perdonatemi questi ricordi di fanciullezza, ma non riesco a non immaginarmi la Madonna come una gentile signora che ci invita con dolcezza a salire in casa sua.

Altro che san Pietro con le chiavi!

Siamo abituati a dire – scherzosamente – che all’ingresso del Paradiso ci stia san Pietro, con in mano un grande mazzo di chiavi… ma io sono sicuro che là – vicino al Vicario di Cristo – ci stia un “usciere” del tutto speciale, al quale anche il Principe degli Apostoli deve dare ascolto: è Maria.

Quando arriveremo davanti a quella porta, Maria sarà come quel “maggiordomo” che controlla la lista degli invitati e – se non troverà il nostro nome – cercherà in tutti i modi di intercedere presso suo Figlio per trovare un posto anche a noi.

Il cielo non è più sbarrato

È consolante pensare che se un tempo su quella porta fu posto San Michele Arcangelo con una spada fiammeggiante (cfr Gen 3,24), ora – invece – ci sta la nostra dolce Mamma celeste, indaffarata a trovare “eccezioni alla regola” per lasciar entrare tutti quanti i suoi figli.

Scherzosamente mi piace pensare che a Maria sia stato concesso di salire in cielo “portandosi dietro” anche il suo corpo per avere a disposizione la punta del piede da infilare tra la porta e il battente, evitando che si chiuda.

Questo tenere aperto il battente non è una pretesa o uno sgarbo nei confronti del “Padrone di Casa”, anzi: Maria sa benissimo che la Misericordia infinita di Suo Figlio ha definitivamente riaperto il passaggio.

A nessuno è precluso il Paradiso, purché non lo rifiutiamo noi stessi:

Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù (cfr Rm 8,1 trad. CEI 1974).

Una figura umile che ci attira

Ho descritto Maria come madre amorevole sulla porta di casa, per suggerire tutta la tenerezza con cui Ella desidera attirarci in Paradiso, ma l’iconografia ce la rappresenta anche in tanti altri modi che sottolineano la dolcezza della sua persona, ad esempio (proprio in occasione della sua dormitio) come una piccola anima, che viene presa in braccio da Gesù.

Una delle più belle raffigurazioni di questo tipo è la Dormitio Virginis di Giotto.

Giotto, Dormitio Virginis

La tenerezza di Gesù verso la Madre, nuova neonata che – stretta tra le braccia del Figlio – tende verso di Lui le piccole manine, riproduce la stessa che si trova nella totalità dei dipinti che raffigurano Maria con il Bambino. Si guardano intensamente negli occhi, proprio con lo stesso sguardo con cui Maria guarda Gesù bambino nell’affresco della Natività della Cappella degli Scrovegni a Padova.

In queste immagini comprendiamo appieno i versi di Dante all’inizio del XXXIII Canto del Paradiso:

Vergine Madre, figlia del tuo figlio.

Un traguardo possibile

La figura della piccola anima di Maria nelle opere d’arte sembra suscitare in noi il sentimento più adatto per tendere al Cielo: quella figurina dall’apparenza fragile – proprio perché così piccola – ci sembra ancora più vicina.

È un esempio umano (quindi possibile) di un traguardo a cui tendere, da poter imitare, nel quale sperare, sicuri che lei ci attende e ci protegge. E lo comprendiamo ancora meglio attraverso le parole di papa Francesco:

La festa dell’Assunzione di Maria è un richiamo per tutti noi, specialmente per quanti sono afflitti da dubbi e tristezze, e vivono con lo sguardo rivolto in basso, non riescono ad alzare lo sguardo. Guardiamo in alto, il cielo è aperto; non incute timore, non è più distante, perché sulla soglia del cielo c’è una madre che ci attende ed è nostra madre. Ci ama, ci sorride e ci soccorre con premura. Come ogni madre vuole il meglio per i suoi figli e ci dice: «Voi siete preziosi agli occhi di Dio; non siete fatti per i piccoli appagamenti del mondo, ma per le grandi gioie del cielo».

(Papa Francesco, Angelus del 15 agosto 2019)


Credits

Ringrazio di cuore Filippo Manini per la gentile concessione dell’immagine di copertina di questa omelia. Ovviamente questa versione non rende ragione allo scatto, visto che è ridotta nelle dimensioni e nella risoluzione per non occupare troppe risorse in fase di caricamento della pagina.

Potete aprire la fotografia in un formato più vicino all’originale cliccando il link qui sotto col tasto destro del mouse e poi selezionando “apri in una nuova scheda” nel menu a tendina:

E qui di seguito un altro scatto dello stesso soggetto, ma da un altra angolatura e agli infrarossi:

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