Polvere ne abbiamo? Mercoledì delle Ceneri
«Polvere tu sei e in polvere ritornerai» può sembrare una minaccia, ma in realtà dice solo l’Amore infinito di un Dio che non smette di far vivere di sé l’uomo.
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«Polvere tu sei e in polvere ritornerai» può sembrare una minaccia, ma in realtà dice solo l’Amore infinito di un Dio che non smette di far vivere di sé l’uomo.
Nel mezzo di questa pandemia, l’unico “contagio” che siamo chiamati a favorire, l’unica “epidemia” che non dobbiamo fermare, è l’annuncio gioioso della fede.
Desideriamo tutti abbandonare al più presto la mascherina, perché vogliamo rivedere il viso dei nostri cari. Dio la sua l’ha tolta fin da subito, per sempre.
Dio ci ama, tutti! A partire proprio da quanti non credono di meritare amore da nessuno, tantomeno da Lui. È questo il Vangelo del Natale da ri-annunciare!
Zaccaria che entra stancamente nel tempio ad offrire l’incenso è lo stereotipo di tutte le nostre liturgie divenute ormai sterili. Dobbiamo rinascere dentro!
Il silenzio di Giuseppe non è solo tacere con la bocca; è prima di tutto condizione del cuore. È lo spazio dove la Parola di Dio può trovare casa e accoglienza.
Come si è districato tra le 42 generazioni da Abramo in poi, credo che Nostro Signore non abbia problemi a “sbucare” nemmeno in mezzo alla “Generazione Covid”.
Dio vuole che anche il titolo della nostra vita sia «Vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio». Che lo sia, e che il contenuto vi corrisponda, dipende da noi.
Il tempo che siamo disposti a “sprecare” nell’attendere è proporzionale al valore che diamo alla persona che desideriamo incontrare. Chi stiamo aspettando?
Saper tacere (e saper parlare quando occorre) è segno di sapienza. Che il Signore ci insegni a mettere i “filtri” giusti: sulle orecchie e sulla bocca!