Non per timore, ma per amore
Dio non vuole che lo rispettiamo per timore di Lui, ma perché abbiamo sperimentato tutte le sfumature del Suo Amore immenso, che agita le viscere del Suo cuore.
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Dio non vuole che lo rispettiamo per timore di Lui, ma perché abbiamo sperimentato tutte le sfumature del Suo Amore immenso, che agita le viscere del Suo cuore.
La vera fame di cui preoccuparci è quella dello spirito. Che non ci accada di rifiutare oggi la Parola di Dio e poi non trovarla più quando ne avremo bisogno.
Se chiedi a Dio di starsene fuori dalla tua vita, cos’altro ti aspetti se non la solitudine, il non senso, lo sconforto? Ti fai del male con le tue stesse mani!
Cos’è per noi la mano di Dio? Un rifugio sicuro o un laccio che ci impedisce di andare dove ci pare e piace? Dio è il nostro pastore o il nostro carceriere?
«Questo è il bel compito dell’uomo: pregare ed amare… La preghiera nient’altro è che l’unione con Dio» (dal Catechismo di san Giovanni Maria Vianney)
Passata la tempesta il Signore ci spinge di nuovo in mare, verso nuovi pericoli, perché non abbiamo ancora imparato “la lezione”: dobbiamo crescere nella fede.
Dio non si è accontentato di “presentarci” la Sua famiglia: ce ne ha fatto direttamente partecipi, adottandoci come Suoi figli!
Essere amici di Dio non è una nostra conquista, ma un dono ricevuto in anticipo, incondizionatamente. Se vogliamo restare in questa amicizia, lasciamoci amare!
Vogliamo essere liberi, indipendenti, ma non ci rendiamo conto che l’unico modo per esserlo è dipendere da Cristo e rimanere attaccati a Lui
Da chi siamo disposti a farci guidare? A chi “andiamo dietro” nella nostra vita? È Cristo il pastore e custode delle nostre anime?