Ritorniamo bambini! Memoria dei Santi Angeli Custodi
Se smettiamo di essere bambini nel nostro rapporto con Dio, rischiamo fortemente di smettere pure di sentirci Suoi figli e di avere fiducia in Lui.
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Se smettiamo di essere bambini nel nostro rapporto con Dio, rischiamo fortemente di smettere pure di sentirci Suoi figli e di avere fiducia in Lui.
Nella confessione non ci sono parole o argomenti “tabu”, ma è bene non dimenticare mai lo scopo di questo sacramento e viverlo al meglio.
L’occhio penetrante della fede sa leggere la storia intravedendo come Dio guida le vicende umane: i grandi della terra sono solo strumenti nelle Sue mani.
La «bella professione di fede» di Timoteo (e la nostra) si regge sulla testimonianza di fede di Gesù Cristo, fatta non di parole, ma di vita donata sulla Croce.
Fede e religiosità non sono la stessa cosa: spesso si rischia di ridurre il proprio essere cristiani a dei gesti che rasentano la superstizione. Stiamo attenti.
Se preghiamo solo per qualcuno e non per tutti (soprattutto chi ha le responsabilità più alte), non stiamo pregando veramente, non stiamo parlando con Dio.
Come i primi cristiani dobbiamo liberarci dalla schiavitù delle “potenze” terrene e celesti e confidare nella signoria di Cristo che ci ha liberati per sempre.
La fede è una relazione profonda e sincera con Dio: se possiamo confessare che Gesù è il Signore, è solo perché prima Dio ci ha rivelato chi siamo noi per Lui.
Chi è umile sa di non meritare ciò che ha e considera tutto una grazia; si accontenta di chiedere le “briciole” dell’Amore di Dio e viene esaudito oltre misura.
Cerchiamo Dio nei segni miracolosi e terribili, ma Lui ci si rivela in un silenzio sottile, tendendoci la mano e invitandoci a non avere paura e fidarci di Lui.